‘Arbeit macht frei’ era all’ingresso del campo
VARSAVIA – E’ stata ritrovata la scritta ‘Arbeit macht frei’ (‘Il lavoro rende liberi), il simbolo dell’Olocausto che campeggiava all’ingresso di Auschwitz e il cui furto all’alba di venerdì ha sollevato un’ondata di indignazione nel mondo intero. Lo ha reso noto in nottata la polizia polacca, precisando che i presunti ladri, cinque uomini, sono stati arrestati nel nord della Polonia.
Il pannello in ferro battuto, lungo cinque metri, è stato ritrovato spaccato in tre, secondo la televisione di Stato polacca. Il portavoce della polizia di Cracovia (Polonia meridionale), Dariusz Nowak, ha detto che i cinque arrestati hanno età comprese fra i 20 e i 39 anni e sono finiti in manette poco prima della mezzanotte nel nord del Paese. La scritta è stata ritrovata in un’abitazione privata, ha aggiunto.
I cinque sono stati trasferiti a Cracovia per essere interrogati, secondo la tv. L’ex lager nazista di Auschwitz-Birkenau si trova nel sud. Il movente della profanazione non è ancora chiaro, anche se la prima pista seguita dagli inquirenti dopo il furto – che è parso il frutto di un’accurata preparazione – è stata quella dei neonazisti. Nel frattempo la scritta è stata sostituita con una copia e la polizia polacca ha offerto una ricompensa di 5.000 zloty (1.190 europer avere indicazioni utili alla cattura dei ladri.
Il furto del simbolo della Shoah ha sollevato, a meno di un mese dalla Giornata mondiale della memoria, sdegno e condanna ovunque, in particolare in Israele e nella diaspora ebraica. Il museo di Auschwitz e diverse istituzioni hanno offerto una ricompensa pari a 30mila euro per potere ritrovare la scritta, che fu realizzata su ordine dei nazisti nel 1940 da un prigioniero polacco, il fabbro Jan Liwacz, schedato col numero di matricola 1010. L’uomo, che peraltro sopravvisse, alla fine della guerra reclamò la restituzione della sua opera.
I ladri che hanno trafugato dal campo di sterminio di Auschwitz l’insegna in ferro con la scritta “Arbeit macht frei” sono dei pregiudicati, ma non dei neonazisti. Lo dice la polizia polacca. “Possiamo dichiarare che nessuno dei cinque (autori del furto) è membro di gruppi neonazisti…Il loro intento era senza dubbio solo quello di compiere un furto. Saremo in grado in seguito di stabilire se il reato sia stato commissionato oppure se i ladri abbiano agito di loro iniziativa”, ha dichiarato in una conferenza stampa Andrzej Rokita, capo del distretto di polizia di Cracovia.