Il 21 marzo è iniziata la Primavera, la stagione più bella dell’anno, il tempo dell’amore, del sole, delle scampagnate, della voglia di vivere. Non per nulla, la letteratura, la pittura, la musica vi hanno dedicato le più alte espressioni artistiche. I poeti ne esaltano lo splendore. Solo qualche esempio: Lorenzo de’ Medici:” Oh quante cose in gioventù si possa / Quanto son belli i fiori in Primavera”. Ariosto: “Zeffiro tornò soave e lieto / a rimenar la dolce Primavera”. Guarini: “Oh Primavera, / gioventù dell’anno, / bella madre di fiori, d’erbe novelle e di novelli amori”. Leopardi: “Primavera d’intorno / brilla nell’aria / e per li campi esulta /sì ch’a mirarla il core”. Saba:” Città paesi e culmini lontani / sorridon lidi al sol di Primavera”.
La Primavera del Botticelli, uno dei capolavori del Rinascimento italiano, è una composizione che si affida a linee ondulate e alla dinamicità espressiva dei ritmi degli abiti di una decina di personaggi, tre fanciulle danzanti ed altre figure di persone esistenti dell’epoca. Sensualità, bellezza e castità sono le virtù mirabilmente dipinte.
In musica, nella Primavera delle Quattro stagioni di Vivaldi ci sembra di udire da lontano il mormorio delle acque dei ruscelli, di entrare in un ambiente naturale, armonioso, paradisiaco, ricco di fiori e alberi e ci pare di essere accarezzati dal vento che proveniente dal bosco ingentilisce vesti, ghirlande, mirti e perle.
Più prosaicamente la Primavera è il periodo dell’anno che viene dopo l’inverno e dura sino al 22 giugno, precedendo l’estate. Nelle tradizioni pagane essa viene vista come la stagione del rinnovamento e della fertilità. Le giornate sono più lunghe e le notti più corte. Ma attenzione, come dice il noto proverbio “Una rondin non fa primavera”, utilizziamo bene il maggior tempo a disposizione, inventando nuovi hobby, tonificando sentimenti, esaltando le amicizie.
Sul piano storico, abbiamo alcune “primavere” legate a movimenti popolari di rivolta contro regimi dittatoriali. La più emotivamente vicina a noi è stata sicuramente la “Primavera di Praga”, nel 1968, contro l’occupazione da parte dei carri armati russi e del Patto di Varsavia, che si opponevano alle riforme democratiche di Dubcek.
Con le “Primavere arabe” i mass media utilizzarono questo termine per descrivere tutta una serie di sommosse, agitazioni e proteste protrattesi tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011 e svoltesi in Siria, Libia, Egitto, Tunisia, Yemen, Algeria, Iraq, il Bahren e, in minor misura, in Mauritania, Arabia Saudita, Omen, Sudan, Somalia, Marocco e Kuwait. I tumulti ebbero inizio in Tunisia il 18 dicembre 2010 dopo il gesto estremo di un fruttivendolo che si diede fuoco a causa del sequestro da parte della polizia della propria merce. Proseguirono a Tunisi dove giovani laureati disoccupati manifestarono per il centro della città e furono duramente colpiti dalle forze dell’ordine.
Di tutte queste Primavere oggi assistiamo più a speranze, tentativi, iniziative sporadiche piuttosto che a convincenti risultati. Quando in Libia, in Egitto, in Siria si otterranno governi di unità nazionale eletti dai popoli? Quando in Iran e in tanti altri Paesi del Medio Oriente, dell’Africa, dell’Asia la democrazia prevarrà sulle teocrazie, le dittature, le lotte tribali e l’estremismo e il terrorismo islamico saranno definitivamente sconfitti?
In termini più generali, lasciando i terreni caldi di guerre e di conflitti e rivolgendoci agli scenari relativi allo sviluppo della società, potremo sperare che finalmente la Primavera significhi esaltazione della vita, entusiasmo giovanile, pane, lavoro, benessere per tutti, città vivibili, ingiustizie, discriminazioni abolite, aumento demografico, amore, solidarietà, fratellanza, amicizia diffuse. Che genti, uomini e donne possano vivere dignitosamente nei loro Paesi. E che l’esodo di massa, le immigrazioni non siano la conseguenza di povertà, di lotte fratricide, ma una libera scelta.
La realizzazione di un processo di pace giusta e duratura e la formazione di moderni Stati con regimi scelti da libere consultazioni elettorali potrà avvenire soltanto attraverso la diplomazia, la politica, l’alleanza tra le maggiori potenze mondiali.
Paolo Tebaldi