88 milioni di tonnellate all’anno finiscono nel bidone
Vale 143 miliardi di euro ogni anno lo spreco alimentare nei Paesi dell’Unione europea. Negli Stati di Ue ben 88 milioni di tonnellate di alimenti finiscono buttati ogni anno e il soggetto che contribuisce maggiormente allo spreco alimentare sono le famiglie con 47 milioni di tonnellate, vale a dire il 70% dello spreco alimentare europeo derivante dal consumo domestico, dalla ristorazione e dalla vendita al dettaglio. È quanto emerge dai dati elaborati nell’ambio del progetto Fusions varato dalla Commissione europea e diffusi dal fondatore di Last Minute Market, Andrea Segrè, docente di Politica agraria internazionale e comparata all’Università di Bologna.
I dati diffusi sono accompagnati dal nuovo Manuale Fusions di quantificazione dello spreco alimentare, uno strumento che vuole garantire supporto ai Paesi membri per la quantificazione e il monitoraggio degli sprechi alimentari. “Le stime proposte dal progetto Fusions ci suggeriscono che ciascun cittadino Ue spreca ogni anno 173 chilogrammi di cibo. Questi dati – ricorda Segrè – sottolineano che dal momento che l’ammontare complessivo degli alimenti prodotti in Ue (stima 2011) è di circa 865 kg/persona, ciò significa che il 20% circa del totale del cibo prodotto finisce per diventare spreco alimentare. Inoltre, anche se le stime sono suscettibili di aggiustamenti, dimostrano ancora una volta che è lo spreco nelle famiglie a fare la parte del leone. Per questo serve una svolta culturale in grado di arginare la voragine dello spreco domestico: è urgente una campagna capillare di educazione alimentare per le famiglie e i giovani europei”.
Per far questo il fondatore di Last Minute Market fa appello affinché “l’Italia si faccia promotrice di un rilancio della questione anche in Europa, dove la campagna Spreco Zero di Last Minute Market, in questa direzione, ha da tempo lanciato la richiesta di istituire l’Anno europeo dello spreco alimentare. Una richiesta – ricorda Segrè – sostenuta in Italia dagli oltre 700 sindaci firmatari della Carta Spreco Zero per le buone pratiche nei territori da loro amministrati: i primi cittadini delle metropoli Roma, Firenze, Milano, Torino, Palermo, Napoli, a Venezia, Bologna, Trieste, dei Comuni Virtuosi italiani e di centinaia di altre municipalità”.
Adnkronos