Da qualche tempo la Basilicata è stata investita da una vera e propria bufera politica dovuta all’inchiesta sull’estrazione del petrolio che avviene in territorio. Nello specifico sarebbero tre le questioni scottanti che graverebbero sulla regione lucana. Vediamo in maniera schematica di cosa si tratta
Il caso Guidi
Tutto è emerso nel momento in cui sono state rese pubbliche alcune intercettazioni nelle quali l’attuale ex ministro per lo Sviluppo Economico, Federica Guidi, il suo compagno Gianluca Gemelli, titolare di due società attive nel settore petrolifero, e altri membri agivano per fare pressioni su membri del governo e altre persone con cariche pubbliche per favorire i propri affari.
In modo particolare è stata proprio una precisa intercettazione che vede l’allora ministro Guidi rassicurare il compagno Gemelli sull’approvazione di un emendamento che avrebbe favorito i suoi interessi economici inerenti a un centro di estrazione petrolifera in Basilicata. Al centro degli interessi in Basilicata c’è infatti la Tempa Rossa, ovvero il grande grande centro di estrazione petrolifera che si trova in provincia di Potenza e che è gestito dalla società francese Total. I lavori di costruzione dell’impianto, però, erano stati bloccati a causa delle proteste di associazioni e comuni per il timore che l’inquinamento prodotto avrebbe creato gravi danni ambientali. Nel momento in cui il famoso emendamento tanto atteso da Gemelli fosse stato approvato, sarebbe passato al governo, e in maniera specifica al ministero dello Sviluppo Economico e quindi a Federica Guidi, la competenza di approvare opere della fattispecie dell’impianto Tempa Rossa e non più agli enti locali. Secondo la procura di Potenza Gianluca Gemelli, il compagno di Federica Guidi, aveva interessi commerciali legati proprio all’avanzamento dei lavori per la costruzione dell’impianto.
Da quel momento Federica Guidi ha dato le dimissioni comunicando al presidente del Consiglio Matteo Renzi, di essere “assolutamente certa della mia buona fede e della correttezza del mio operato” e ha motivato le dimissioni parlando di “una questione di opportunità politica” e attualmente non risulta indagata dalla procura di Potenza che segue il caso. Gianluca Gemelli, compagno della ministra Guidi, è indagato per corruzione e traffico di influenze illecite sfruttando la relazione di convivenza che aveva col Ministro allo Sviluppo Economico.
Questione inquinamento
Se da un lato troviamo i presunti illeciti nelle autorizzazioni nell’impianto Tempa Rossa; dall’altro troviamo invece quello sui presunti illeciti nella gestione dei rifiuti e delle emissioni del Centro Oli gestito da Enel a Viggiano, a sud di Potenza, che interessa da vicino la popolazione lucana che sembra aver denunciato diversi episodi di inquinamento.
La questione ha portato in carcere cinque persone. Nel capoluogo lucano si è svolto l’interrogatorio di garanzia di quattro dirigenti dell’Eni (Roberta Angelini, Nicola Allegro, Antonio Cirelli e Luca Bagatti) ai domiciliari da giovedì scorso, mentre un quinto, Vincenzo Lisandrelli, è stato interrogato per delega a Gela. Poi è stata la volta dell’ex sindaco di Corleto Perticara (Potenza), Rosaria Vicino (Pd), ai domiciliari nell’ambito del filone sul progetto “Tempa Rossa” nel paese lucano. Inoltre i Carabinieri del Noe hanno acquisito migliaia di cartelle cliniche negli ospedali lucani per verificare le patologie presenti in regione, tra cui anche quelle relative ai tumori. E secondo l’Associazione medici per l’ambiente (Isde), “è assolutamente verosimile un nesso tra l’aumentata mortalità per alcune patologie sul territorio e l’inquinamento ambientale”, precisa il procuratore di Potenza Luigi Gay.
Dalla Basilicata alla Sicilia
L’ultima questione che ha investito la regione lucana, collega la Basilicata direttamente con la Sicilia, in maniera specifica con Augusta (SR) sempre attraverso la figura del Gemelli. Quest’ultimo, infatti, avrebbe ottenuto tramite favoritismi del capo di stato maggiore della Marina, Giuseppe De Giorgi, la gestione di uno dei due pontili militari del porto di Augusta e il permesso di far attraccare a quel molo le petroliere. In questo modo il porto della piccola cittadina siciliana sarebbe diventato un vero punto strategico per il business del subappalto del petrolio da Total a Tempa Rossa.
Quali benefici?
Gli ambientalisti sollevano la questione dei benefici della presenza in Italia di impianti come Tempa Rossa. Ad innalzarne i benefici è il Premier Matteo Renzi per il quale “È strategica per il Paese, porta molti occupati al Sud: l’emendamento che la sblocca lo rifirmerei domattina”. Il parere degli ambientalisti è ben espresso dai Verdi per i quali si tratta di un’opera “ad altissimo impatto ambientale utile solo alla multinazionale che fa profitti enormi scaricando sull’Italia tutti i costi ambientali”.
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Foto: ANSA