Bruno Vespa intervista il figlio di Totò Riina ed è bufera
Nonostante le pressioni e la rivolta dell’Antimafia, di partiti politici, la presa di posizione del presidente del Senato, Pietro Grasso, Bruno Vespa è andato in onda con la sua trasmissione “Porta a porta” nella quale ha intervistato il figlio del boss Totò Riina, Salvatore Riina.
All’inizio della puntata, Bruno Vespa ha detto: “Per combattere la mafia, che gode tuttora di protezioni diffuse, bisogna conoscerla bene e per farlo sono utili anche interviste come quella in onda stasera”.
La trasmissione
“Amo mio padre, amo mia madre, amo la mia famiglia al di fuori di tutto ciò che gli viene contestato”, ha detto Salvo Riina nella trasmissione “Porta a porta” andata in onda la scorsa settimana su Rai 1.
“Non tocca a me giudicare le azioni di mio padre e della mia famiglia – ha detto Salvo Riina intervistato in merito all’uscita del suo libro – per questo c’è uno Stato, ci sono delle sentenze e dei giudici. Io giudico invece ciò che mi hanno trasmesso i miei familiari cioè il bene, il rispetto e altri valori. Se io oggi sono la persona che sono lo devo ai miei genitori. Al di fuori di ciò che dicono le sentenze c’è una persona umana. Perché dovrei dire che mio padre ha sbagliato? Per questo c’è lo Stato, non tocca a me”, ha concluso.
Le critiche
“Io penso che il servizio pubblico non debba avere limiti all’informazione, ma deve imporre un diverso grado di responsabilità e di serietà. Non si può banalizzare la mafia, non ci si deve prestare a operazioni commerciali e culturali di questo tipo e una puntata riparatoria non giustifica, anzi sembra mettere sullo stesso piano il punto di vista della mafia e quello dello Stato”. Lo ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso nel corso del suo intervento alla Luiss per un incontro dedicato a ‘Lotta alle mafie, ieri, oggi domani’.
“Anche se il conduttore dice di aver incalzato con le domande, non è riuscito ad ottenere risposte che non fossero quelle prevedibili di un mafioso figlio di un mafioso, portatore di un codice di omertà che ha dato una eccezionale prova di forza, difendendo strenuamente gli aspetti umani di quel padre che è e deve passare alla storia come un ‘mostro sanguinario'”.
La presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi ha parlato di un caso Casamonica-bis: “Ci avevano assicurato che quello che e accaduto nel salotto di Vespa con i Casamonica non si sarebbe più ripetuto: noi ci siamo fidati e adesso assistiamo purtroppo alla mancanza di lealtà e di parola”.
Il segretario Pd della commissione di Vigilanza sulla Rai Michele Anzaldi ha commentato: “In 20 anni di Porta a Porta Vespa non si è mai occupato del delitto Mattarella e non ha mai invitato in studio il fratello, oggi presidente della Repubblica. Adesso invita il figlio del carnefice. È questo il nuovo servizio pubblico?”.
“Dopo la triste vicenda dei Casamonica – ha aggiunto secondo Askanews il capogruppo del Pd in commissione Antimafia Franco Mirabelli – sarebbe davvero grave e colpevole se ancora una volta il principale talk show televisivo della Rai tornasse ad occuparsi di mafia non per condannare la criminalità organizzata, non per mostrare le sofferenze che provoca alle vittime e ai loro famigliari, ma per intervistare il parente di un boss. Dare un palcoscenico al figlio di Riina significa spettacolarizzare una vita come quella del boss che ha avuto la responsabilità degli anni delle stragi in questo Paese”.
“Dopo i Casamonica – hanno denunciato per parte loro Fnsi e Usigrai – stasera a ‘Porta a Porta’ la famiglia Riina. La Rai servizio pubblico non può diventare il salotto di famiglie criminali. Chi strumentalmente vuole invocare presunte volontà censorie, ci dica perché non si dedica almeno lo stesso spazio alle giornaliste e ai giornalisti minacciati, o addirittura sotto scorta, a causa proprio di quelle famiglie. Piuttosto che al libro del figlio di Riina – hanno dichiarato il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, e il segretario dell’Usigrai, Vittorio Di Trapani – noi avremmo preferito una puntata dedicata a ‘Io non taccio’, scritto da 8 colleghe e colleghi minacciati. I vertici Rai intervengano. Altrimenti il loro silenzio sarà colpevole condivisione, come quella sullo spazio affidato a Luigi Bisignani in prima serata su Rai2”.
Vespa stesso ha commentato: “Tutto questo baccano mi sorprende e mi addolora”, e poi “tutti hanno intervistato tutti. Tutti i capi mafia sono stati intervistati. Biagi ha intervistato Luciano Liggio e Sindona. Joe Marrazzo ha intervistato Piromalli e Cutolo. Non hanno risparmiato nessuno. Vespa intervista il figlio di Riina, non il boss Riina, e succede tutto questo bordello. Lascio a voi il commento”.
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Foto: ANSA