Il Consiglio federale è contrario all’aumento dei suoi membri che rimarranno sette
La Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale CIP-N a febbraio ha proposto l’aumento dei membri del Consiglio federale da sette a nove membri. Per mezzo di un’iniziativa parlamentare, la CIP-N ha presentato un progetto che prevede due modifiche della Costituzione federale. Secondo la prima modifica, in futuro il Consiglio federale sarà composto da nove membri, anziché sette, così da permettere una rappresentanza equa delle regioni del Paese e di quelle linguistiche, come pure una migliore ripartizione del carico di lavoro del Governo, notevolmente aumentato rispetto al passato, il Consiglio federale però la scorsa settimana si è espresso contro questa modifica. La seconda modifica intende riformulare, ai fini di una maggiore concordanza tra le tre versioni linguistiche, la disposizione sull’equa rappresentanza delle regioni linguistiche nel Consiglio federale. Il Consiglio federale non è contrario al proposto adeguamento delle tre versioni linguistiche.
Perché non vogliono essere in 9
Secondo il Consiglio federale “l’Assemblea federale è già tenuta a garantire un’equa rappresentanza delle regioni e delle componenti linguistiche del Paese, senza che vi si oppongano ostacoli giuridici. Nella prassi, l’Assemblea federale tiene sufficientemente conto di una tale rappresentanza. Secondo il Consiglio federale, l’aumento dei suoi membri è problematico anche per motivi strutturali. Ne risulterebbe infatti un maggiore onere amministrativo in seguito alla creazione di nuovi dipartimenti e al conseguente aumento del bisogno di coordinamento”, si legge nel comunicato.
L’iniziativa parlamentare
Il 30 agosto 2013 la Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale (CIP-N) ha deciso, con 13 voti contro 6 e 3 astensioni, di presentare l’iniziativa parlamentare “Equa rappresentanza delle componenti linguistiche in un Consiglio federale composto di nove membri”. In un comunicato la CIP-N spiega le motivazioni per l’iniziativa: “Dalla costituzione dello Stato federale nel 1848, il governo svizzero si compone di sette membri. La Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale propone di portare il numero dei consiglieri federali a nove, in modo di garantire una migliore rappresentanza delle diverse regioni del Paese e delle regioni linguistiche e di ripartire l’onere di lavoro del governo – considerevolmente aumentato rispetto al 1848 – tra un numero maggiore di persone”.
Inoltre la CIP-N sottolinea come “già nel XIX secolo il governo era formato in modo da rappresentare le diverse regioni del Paese e le regioni linguistiche. Con l’andar del tempo sono emerse altre esigenze riguardo alla composizione del Consiglio federale. I mutamenti sopravvenuti imponevano di tener conto dei diversi partiti politici e di un’adeguata rappresentanza dei sessi. In questo contesto, nel nostro Paese multilingue e multiforme, la richiesta di rappresentanza delle diverse regioni del Paese e delle regioni linguistiche ha sempre mantenuto grande rilievo e, nel 1999, è stata sancita nella Costituzione; parallelamente, è stata abrogata la disposizione che vietava di eleggere più di un membro del Consiglio federale di uno stesso cantone”.
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foto: parlament.ch