Secondo diversi ricercatori, la disposizione per la musica non è una dote, sostengono invece che tutti possono imparare a suonare uno strumento o possono imparare a cantare
Daniel Müllensiefen, psicologo dell’università di Londra, si è posto l’obiettivo di capire perché per certi adolescenti la musica diventa una parte integrale della propria vita, addirittura da portarli a scegliere una professione nell’ambito della musica, mentre altri a partire da un certo punto si limitano ad ascoltare la radio.
“Competenza musicale significa molto di più di saper suonare uno strumento o aver studiato musica”, sostiene Reinhard Kopiez del Hanover Music Lab, istituto superiore dove sarà svolto il progetto.
Ma cos’è che porta alcuni a non mollare, mentre gli altri dopo un po’ si stufano degli esercizi o gli strumenti o perché non “trovano” più tempo per dedicarsi a questa attività? In diversi studi precedenti, Müllensiefen ha potuto constatare connessioni tra le capacità musicali, buoni voti a scuola, intelligenza e la propria percezione degli adolescenti. “Chi ci crede che tramite gli esercizi può migliorare, spesso è musicale – spiega Müllensiefen e continua – Vogliamo scoprire se questo atteggiamento c’è già o se i bambini forse imparano tramite uno strumento che con gli esercizi si può raggiungere qualcosa”.
Il metodo per misurare la disposizione per la musica, Gold-MSI, creato da Müllensiefen, è stato scelto perché coinvolge diversi aspetti musicali, come composizione, critica, come anche la sensibilità di un dj ad esempio di capire qualè il prossimo pezzo il pubblico vuole sentire.
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foto: Ansa