Cirinnà: “da oltre 30 anni l’Italia aspettava di fare questo passo, un primo passo, ma un passo importante”
Con 372 sì e 51 no la Camera ha dato il via libera definitivo alla legge sulle Unioni civili tra persone dello stesso sesso e la disciplina delle convivenze, già licenziata dal Senato.
Cosa significa la convivenza di fatto
In base alla nuova legge, la convivenza di fatto può riguardare tanto coppie eterosessuali quanto coppie omosessuali. Sono considerati conviventi di fatto due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale e coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune.
Diritti e doveri
Nella sostanza i diritti e i doveri nell’unione civile sono gli stessi come previsti dall’art. 143 del codice civile sul matrimonio, ad eccezione dell’obbligo di fedeltà.
Con la costituzione dell’unione civile le parti acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri; l’unione comporta l’obbligo reciproco all’assistenza morale e materiale e alla coabitazione nonché di contribuire ai bisogni comuni, ciascuno in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale e casalingo. La nuova legge stabilisce che l’indirizzo della vita familiare e la residenza comune siano concordati tra le parti, spettando a ciascuna di essa il potere di attuare l’indirizzo concordato.
Analogamente al matrimonio, la legge prevede che il regime patrimoniale ordinario dell’unione civile consista nella comunione dei beni, fatta salva la possibilità che le parti formino una convenzione patrimoniale. Anche in tal caso, come nel matrimonio, resta ferma la possibilità di optare per la separazione dei beni.
Quando si risolve il contratto di convivenza
Il contratto di convivenza si risolve in caso di morte. Il convivente superstite o gli eredi del deceduto dovranno notificare l’estratto dell’atto di morte al professionista che ha ricevuto o autenticato il contratto di convivenza, che provvederà a notificare il contratto con questa annotazione all’anagrafe del comune di residenza.
Inoltre il contratto si risolve in caso di recesso unilaterale o di comune accordo tra le parti. In questo caso il provvedimento richiede il rispetto delle formalità previste per la conclusione del contratto e prevede – se i conviventi avevano scelto la comunione legale dei beni – lo scioglimento della stessa.
In caso di recesso unilaterale, il notaio o l’avvocato che ricevono l’atto devono notificarne una copia all’altro contraente; se la casa di abitazione è nella disponibilità del recedente, l’atto di recesso dovrà concedere al convivente almeno 90 giorni per lasciare l’abitazione.
Anche nel caso di matrimonio o unione civile tra i conviventi o tra un convivente ed una terza persona il contratto si risolve. In questo caso la parte che ha contratto il matrimonio o l’unione civile deve notificare al convivente di fatto l’estratto di matrimonio o di unione civile.
Le unioni civili tra persone dello stesso sesso
Nel riconoscere a due persone maggiorenni dello stesso sesso il diritto di costituire un’unione civile, mediante dichiarazione di fronte all’ufficiale di stato civile e alla presenza di due testimoni, si prevede la registrazione degli atti di unione civile nell’archivio dello stato civile. Il documento attestante la costituzione del vincolo deve contenere i dati anagrafici delle parti, l’indicazione del loro regime patrimoniale (comunione o separazione dei beni) e della loro residenza, oltre che i dati anagrafici e la residenza dei testimoni.
L’articolo unico dispone ancora in ordine al cognome dell’unione civile prevedendo che le parti possano indicare un cognome comune scegliendolo tra i loro cognomi; al contrario, i partner potranno anteporre o posporre al cognome comune il proprio cognome, se diverso.
Cause impeditive e nullità
Secondo la legge la presenza di una delle seguenti cause impeditive rende nulla l’unione:
la sussistenza di un vincolo matrimoniale o di un’unione civile tra persone dello stesso sesso
l’interdizione di una delle parti per infermità mentale; in caso sia soltanto promossa la causa di interdizione, il PM può chiedere che si sospenda il procedimento per l’unione civile; quest’ultimo riprende solo dopo la formazione del giudicato sulla causa per l’interdizione;
la sussistenza di rapporti di affinità o parentela tra le parti
la condanna definitiva di un contraente per omicidio consumato o tentato nei confronti di chi sia coniugato o unito civilmente con l’altra parte
se è stato disposto soltanto rinvio a giudizio, ovvero sentenza di condanna di primo o secondo grado ovvero una misura cautelare, la procedura per la costituzione dell’unione civile è sospesa sino a quando non è pronunziata sentenza di proscioglimento.
L’adozione
Il diritto di adottare il figlio del partner (la cosiddetta stepchild adoption) è stato soppresso e saranno dunque i giudici a valutare eventuali richieste sulla base della normativa vigente.
In base alla nuova legge, la convivenza di fatto può riguardare tanto coppie eterosessuali quanto coppie omosessuali. Sono considerati conviventi di fatto due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale e coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune.
Sono estesi ai conviventi di fatto alcune prerogative spettanti ai coniugi. Si tratta, tra gli altri:
di diritti previsti dall’ordinamento penitenziario, del diritto di visita e di accesso ai dati personali in ambito sanitario
alla facoltà di designare il partner come rappresentante per l’assunzione di decisioni in materia di salute e per le scelte sulla donazione di organi
di diritti inerenti la casa di abitazione; di facoltà riconosciute in materia interdizione, inabilitazione e amministrazione di sostegno
del diritto al risarcimento del danno da fatto illecito
I partner possono, inoltre, stipulare un contratto di convivenza, attraverso il quale disciplinare i loro rapporti patrimoniali.
La proposta specifica i possibili contenuti del contratto, attraverso il quale i partner possono fissare la comune residenza, indicare le modalità di contribuzione alle necessità della vita in comune, scegliere il regime patrimoniale della comunione dei beni, cui si applicano le regole del codice civile.
Il contratto di convivenza si risolve in caso di morte; di recesso unilaterale o di accordo tra le parti; in caso di matrimonio o unione civile tra i conviventi o tra un convivente e un terzo. Alla cessazione della convivenza di fatto potrà conseguire il diritto agli alimenti in capo ad uno dei due partner.
La nuova legge in breve
L’unione
Sottoscritta di fronte a un ufficiale di stato civile, alla presenza di due testimoni, è iscritta in un registro comunale
Cause impeditive
se una delle parti è ancora sposata
se ha meno di 18 anni
se ha un’interdizione per infermità mentale
se ha un legame di parentela con il partner
se è stata condannata per omicidio o tentato omicidio del coniuge del partner
Regime giuridico
Per i diritti e doveri, residenza, abusi familiari, interdizione, scioglimento dell’unione si applicano gli articoli del codice civile al matrimonio
Reciproca assistenza
Riconosciuti dalla coppia diritti di assistenza sanitaria, carceraria, unione o separazione dei beni, subentro del contratto d’affitto, reversibilità della pensione e i doveri previsti per le coppie sposate
Convivenze di fatto
Possibilità di regolare i rapporti patrimoniali attraverso contratti di convivenza di fronte al notaio
Scioglimento
Si applicano le norme sul divorzio, ma non sarà obbligatorio, come nello scioglimento del matrimonio, il periodo di separazione
Tratto da Adnkronos
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