Il 5 giugno prossimo saremo chiamati a votare per ben cinque oggetti in votazione, diamo ancora uno sguardo agli oggetti, ai pro e contro e alle previsioni del primo sondaggio
Iniziativa popolare «A favore del servizio pubblico» Previsione secondo il primo sondaggio dell’Istituto gfs Berna: Sì (58%)
Cosa chiede
L’iniziativa chiede che nel settore delle prestazioni di base la Confederazione e le imprese parastatali non mirino a conseguire profitti e che i salari in tali imprese non siano superiori a quelli dell’Amministrazione federale.
PRO
“Le imprese federali ci appartengono, ma finora non abbiamo avuto nulla da dire sui profitti miliardari di Posta e di Swisscom. Siamo solo chiamati a pagare.
Secondo l’iniziativa, in tutte le regioni della Svizzera, la fornitura delle prestazioni di base deve venire prima del profitto! La Posta, le FFS, Swisscom & Co. devono offrire servizi decorosi a prezzi ragionevoli e non mirare al maggior guadagno possibile”, scrivono gli autori dell’iniziativa.
CONTRO
L’iniziativa ha suscitato numerosi dibattiti ed una discussione movimentata tra i vari partiti, organizzazioni e associazioni economiche. Il Consiglio federale respinge l’iniziativa sostenendo che “l’iniziativa impone limiti alle aziende e va contro gli interessi degli utenti”, inoltre “diminuisce l’attrattività delle imprese parastatali quali datrici di lavoro e mette in discussione il principio fondamentale del servizio pubblico”. In più l’iniziativa comporterebbe una perdita del gettito fiscale e creerebbe incertezze e farebbe leva sui mezzi sbagliati.
Modifica della legge sull’asilo Previsione secondo il primo sondaggio dell’Istituto gfs Berna: Sì (59%)
Cosa chiede
Attualmente le procedure d’asilo durano spesso molto a lungo. Il Consiglio federale e il Parlamento vogliono ristrutturare il settore dell’asilo istituendo procedure velocizzate ed eque. Contro questa revisione della legge sull’asilo è stato chiesto il referendum.
PRO
La Confederazione, i Cantoni, l’Unione delle città svizzere e l’Associazione dei Comuni svizzeri si sono espressi all’unanimità in favore di un’attuazione congiunta di questo secondo pacchetto di misure per la velocizzazione delle procedure.
Secondo il Consiglio federale “l’attuale crisi europea dei migranti dimostra quanto sia importante disporre di procedure d’asilo celeri”. Così “procedure d’asilo celeri sono un vantaggio per tutti: sono nell’interesse sia della Svizzera sia degli stessi richiedenti l’asilo. Sono efficienti e pertanto sgravano Confederazione e Cantoni. In breve tempo i richiedenti l’asilo sanno se possono rimanere in Svizzera o se devono lasciare il nostro Paese”.
CONTRO
Contro la velocizzazione delle procedure d’asilo è stato chiesto il referendum. Gli oppositori criticano soprattutto la protezione giuridica gratuita e la semplificazione della procedura d’autorizzazione per l’apertura dei centri della Confederazione.
“I veri profughi, minacciati nella loro vita e nello loro integrità fisica ricevono aiuto in Svizzera. Per migranti illegali economici e sociali, la Svizzera non è a disposizione! Questa è la tradizione umanitaria della Svizzera! E questa differenziazione è stata più volte confermata dal popolo svizzero. A questo scopo, in primo luogo, l’attrattività della Svizzera per i migranti illegali deve essere diminuita e l’esecuzione del rimpatrio di queste persone deve essere rigorosamente effettuata. Altrettanto, bisogna controllare di nuovo le frontiere, specialmente per stroncare l’attività delle brutali bande di passatori. Invece di tutto ciò, con la modifica della legge sull’asilo, il nostro paese diventa ancora più attrattivo per i richiedenti l’asilo illegali”, scrive l’UDC.
Iniziativa popolare «Per un equo finanziamento dei trasporti» Previsione secondo il primo sondaggio dell’Istituto gfs Berna: No (47%)
Cosa chiede
L’iniziativa chiede che l’imposta sugli oli minerali riscossa sui carburanti venga utilizzata esclusivamente per spese connesse alla circolazione stradale. Attualmente il suo gettito è suddiviso a metà tra la circolazione stradale e gli altri compiti della Confederazione.
PRO
Secondo gli autori “la strada è la forma di trasporto più importante. Oltre il 75% del traffico privato e il 60% del trasporto di merci si effettuano su strada. Tutti gli utenti della strada dipendono da un traffico scorrevole e da strade sicure”.
Inoltre gli autori sottolineano come “nel 2014, le Svizzere e gli Svizzeri sono stati in coda per 21’541 ore. Il motivo principale è la congestione del traffico. Questa è responsabile di tre quarti di tutte le ore in coda. Ciò costa al contribuente svizzero, ma anche all’economia, annualmente circa 2 miliardi di franchi (costi di tempo, energia, ambiente e incidenti). Per ridurre questi costi sono necessari degli investimenti nella rete stradale. Ne approfitterebbero in particolare le aziende industriali e commerciali – e, con loro, i consumatori”.
CONTRO
“L’iniziativa della vacca da mungere è un attacco al nostro collaudato sistema svizzero e a numerosi importanti servizi del settore pubblico. Sotto il pretesto di un ‘equo finanziamento dei trasporti’ essa intende ridistribuire l’intero ricavato dell’imposta sugli oli minerali dalla Cassa federale al traffico stradale. La strada dovrebbe ricevere 1,5 miliardi di franchi in più all’anno. E questo interamente a spese di altri compiti statali. L’iniziativa merita quindi un chiaro NO”, scrivono i contrari.
Inoltre “i lobbisti dell’iniziativa della vacca da mungere affermano che gli automobilisti sarebbero le ‘vacche da mungere’ della nazione e che dovrebbero pagare sempre di più per l’uso della rete stradale. Questo è falso. Dal 1970 l’onere reale generato dall’imposta sugli oli minerali è diminuito del 50%. A ciò si aggiunge il fatto che le spese di viaggio per il trasporto su strada sono rimaste invariate in termini reali. L’iniziativa della vacca da mungere è un imbroglio e non certo un equo finanziamento dei trasporti”.
Iniziativa popolare «Per un reddito di base incondizionato» Previsione secondo il primo sondaggio dell’Istituto gfs Berna: No (72%)
Cosa chiede
Secondo gli autori dell’iniziativa “il reddito di base incondizionato (RBI) è una rendita mensile, sufficiente per vivere, versata individualmente ad ogni persona, dalla nascita alla morte, indipendentemente dalle altre sue fonti di reddito o ricchezze personali”.
Come le altre rendite, il RBI si sostituirebbe alla maggior parte delle prestazioni sociali fino alla quota del suo ammontare (AVS, AI, sussidi allo studio e familiari, aiuto sociale, assicurazione disoccupazione, ecc.). Le prestazioni sociali in contanti sarebbero mantenute per gli aventi diritto, per esempio nel caso della disoccupazione o delle prestazioni complementari.
PRO
“Il RBI sostituisce le prestazioni finanziarie dell’aiuto sociale. Attribuito senza condizioni, sopprime la povertà e la dipendenza forzata dall’assistenza. Le prestazioni complementari e l’assicurazione disoccupazione superiori all’importo del RBI sono mantenute”, scrivono gli autori. Inoltre il RBI permetterebbe di scegliere un lavoro secondo le sue condizioni e i suoi vantaggi e apporterebbe quella base di sicurezza che permette agli uni di optare per un tempo parziale e quindi agli altri di trovare anche loro un lavoro.
CONTRO
Quasi tutti i partiti sono contro l’iniziativa, anche il Consiglio federale consiglia di respingerla perché “l’introduzione di un reddito di base incondizionato non è però la strada giusta. Il reddito di base avrebbe un impatto negativo considerevole sull’economia e sul sistema di sicurezza sociale del nostro Paese”.
Modifica della legge federale sulla medicina della procreazione
Cosa chiede
La presente modifica della legge sulla medicina della procreazione autorizza la diagnosi preimpianto (DPI). A condizioni restrittive, gli embrioni ottenuti con una fecondazione artificiale potranno dunque essere sottoposti a un esame genetico.
Secondo quanto riporta la RSI “Lo studio non ha preso in considerazione la votazione in programma sulla procreazione assistita, perché si ritiene che il risultato non differirà, quasi sicuramente, da quello del 14 giugno dello scorso anno, quando l’oggetto — volto allora a creare una base costituzionale — venne già accettato dagli elettori”.
Inoltre quella del 5 giugno prossimo sarà in effetti, una “seconda prova”, per il dossier in questione, con riferimento alla modifica del quadro legale per poter autorizzare concretamente tali procedure mediche.
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