Il presidente turco annuncia “misure”
Ankara infuriata dopo l’adozione, da parte del Bundestag tedesco, di una risoluzione che riconosce il genocidio degli armeni, e che si aggiunge alle non poche tensioni tra l’Europa e il Paese guidato da Recep Tayyip Erdogan, non ultime quelle sull’accordo per il rientro dei migranti arrivati in Grecia dalla Turchia. Il governo turco ha richiamato il suo ambasciatore da Berlino.
Anche se l’esecutivo tedesco ha subito cercato di placare l’ira turca – il ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier ha sottolineato l’importanza delle relazioni con la Turchia e ha auspicato che non ci siano “reazioni eccessive” – è difficile pensare che il “sultano” Erdogan decida di abbassare i toni. “Questa risoluzione avrà serie conseguenze sulle relazioni turco-tedesche”, ha avvertito il capo dello Stato turco dal Kenya, dove si trovava al momento del voto dei deputati tedeschi. Il presidente ha prospettato “passi” che saranno decisi al suo rientro in patria.
Manifestanti nazionalisti, alcuni dei quali indossavano costumi ottomani, si sono riuniti davanti al consolato tedesco a Istanbul, agitando cartelli e striscioni di condanna della risoluzione del Bundestag, con scritte eloquenti, come: “Il genocidio armeno, la più grande menzogna da cent’anni a questa parte”.
La cancelliera Angela Merkel ha, da parte sua, cercato di gettare acqua sul fuoco, sottolineando, subito dopo il voto, che il suo governo intende favorire “il dialogo tra l’Armenia e la Turchia” e che i tre milioni di persone di origine turca che vivono in Germania “erano e restano” cittadini tedeschi a pieno titolo.
La risoluzione adottata dalla camera bassa del parlamento tedesco, intitolata “Memoria e commemorazione del genocidio degli armeni e di altre minoranze cristiane 101 anni fa”, ha avuto la quasi unanimità: un voto contrario e un astenuto.
La Turchia nega che i massacri degli armeni nel 1915 siano stati frutto di un piano sistematico, quindi un genocidio, e non accetta le stime armene, secondo cui i morti furono un milione e mezzo. Per Ankara, vennero uccisi tra i 300 mila e i 500 mila armeni, vittime della guerra civile e di condizioni di carestia, che condannarono agli stenti anche la popolazione turca.
Più violenti i toni usati dal ministro della Giustizia Bekir Bozdag, che ha evocato il passato nazista della Germania: “Prima bruciate gli ebrei nei forni e poi accusate il popolo turco con questa calunnia del genocidio”.
Afp