Lo scorso 28 maggio, la SAIG e la Città d’Onex hanno inaugurato il quinto Monumento, dedicato agli italiani nel Cantone di Ginevra. Il tanto ambito progetto della SAIG, che prevedeva un Monumento nelle cinque Città partners della SAIG, si è, infine, realizzato, malgrado le diverse incertezze e difficoltà. Infatti, dopo i monumenti inuagurati nel corso del 2014, a Ginevra il 22 novembre e aVernier il 13 dicembre, e nel corso del 2015, nella Città di Carouge il 28 febbraio, e nel Comune di Chêne-Bourg il 14 , la SAIG ha chiuso il progetto a Onex, rafforzando i legami con i rappresentanti istituzionali delle città citate e col Cantone di Ginevra.
Con questo progetto, la SAIG e le associazioni aderenti, hanno voluto, ancora una volta, esaltare la memoria ed il ruolo degli emigrati italiani, di tutti i tempi, che hanno rappresentato con onore e dignità l’Italia nella Repubblica e Cantone di Ginevra.
Non è un caso che, nelle città sopraccitate, vi risiedano la maggior parte dei 50 mila italiani residenti a Ginevra, compresi i bi-nazionali.
Un emozionato Carmelo Vaccaro ha dato inizio alla cerimonia salutando e ringraziando le autorità presenti per aver accettato la domanda della SAIG, affinché anche la Città d’Onex avesse un monumento che ricordasse per sempre il lavoro degli italiani che hanno partecipato allo sviluppo della bella cittadina.
Nel suo discorso, Vaccaro ha salutato e ringraziato il Presidente del Consiglio Municipale della Città D’Onex, i Consiglieri Municipali, i Consiglieri Amministrativi François Mumenthaler, Ruth Baenziger, nonché, al Sindaco Carole-Anne Kast, gli interlocutori diretti che hanno permesso la riuscita del progetto.
Sentiti saluti e ringraziamenti sono stati rivolti al Console Generale d’Italia a Ginevra, Dr. Andrea Bertozzi, all’On. Gianni Farina, Parlamentare eletto nella Circoscrizione Europa e al Mons. Massimo De Gregori, della Santa Sede presso l’ONU nonchè al Comites di Ginevra rappresentato dal Vice Presidente Cristina Tango e da Alfiero Nicolini. I ringraziamenti sono stati estesi anche ai numerosi partners della SAIG, tra cui, la delegazione della “Scuderia Ferrari Club Genève” nella persona del Presidente, Alessandro Chillemi, “Gli amici della Vespa Genève” nella persona del Presidente Peppino De Cubellis, che con le loro vespe d’epoca hanno apportato un ulteriore tocco d’italianità alla cerimonia, nonché, a tutti i Presidenti e rappresentanti delle associazioni e ai presenti.
Con la cerimonia di inaugurazione di questo monumento, Vaccaro ha voluto ricordare che la SAIG, si impegna, in maniera costante, al fine di valorizzare i connazionali e la loro storia, in quanto essi, come noto, hanno contribuito nel tempo, e con dignità ed umiltà, alla crescita e alla prosperità del Cantone di Ginevra.
Un elogio per il loro lavoro è poi stato rivolto ai presidenti e alle associazioni che compongono la SAIG, e che rappresentano, oltretutto, la memoria storica dell’emigrazione italiana degli ultimi 50 anni: Silvio Isabella Valenzi, Ass. Calabrese, Oliviero Bisacchi, Club Forza Cesena, Enzo Catalfamo, Club Juventus DOC, Menotti Bacci, Ass. Lucchesi nel Mondo e Antonio Scarlino, Ass. Regionale Pugliese, quest’ultimo, cittadino d’Onex.
La Città d’Onex, come altre città della Svizzera, sono un esempio di accoglienza ed integrazione e la SAIG, si pregia di omaggiare e ringraziare questa cittadina ed i suoi rappresentanti per la disponibilità ad ospitare un monumento che rappresenta ed esalta i valori dell’Italia e dei suoi figli all’estero.
La scultura è un prestigioso lavoro del compianto Maestro Dante Ghielmini, scomparso qualche settimana fa e Vaccaro ha colto l’occasione per ringraziare la famiglia dell’artista che, malgrado il lutto, ha voluto essere presente alla cerimonia.
“Baiser a la Terre”: rappresenta una donna genuflessa che bacia la terra del suo futuro, simbolo del dolore di essere costretti a lasciare la propria terra per cercare un’opportunità di una vita migliore per sé e per i propri cari in un paese straniero, ma anche dell’integrazione e dell’accoglienza che nel tempo si è ricevute.
Tale tema non poteva rappresentare meglio il simbolo del ringraziamento verso il popolo elvetico che, malgrado le tante difficoltà, ha riservato accoglienza agli italiani e di cui oggi, essi possono sentirsi parte integrante. Integrazione, sì. Parola chiave della storia degli emigrati italiani in Svizzera e che dovrebbe diventare un motivo ricorrente in futuro, anche e soprattutto nel futuro della nuova generazione di immigrati che è stata accolta in questi ultimi anni.
Proprio questo ha sottolineato Carmelo Vaccaro: gli italiani sono stati un popolo di emigranti in cerca di speranza al di fuori dai confini della patria, lontano dagli affetti più veri che, inevitabilmente sono stati lasciati indietro, sia pure senza mai dimenticarli. Un popolo che ha dovuto subire anche tante umiliazioni e che è stato protagonista di tante tragedie (pensiamo a Marcinelle o Mattmark, ad esempio). Ma nonostante questo ha avuto la capacità di integrarsi, di far studiare i propri figli, di adattarsi ad una vita diversa e di contribuire anche all’evoluzione ed alla crescita dei paesi in cui hanno vissuto e lavorato.
Al termine Vaccaro ha tenuto a sottolineare come ancora una volta, tramite queste iniziative, si tende la mano anche alle nuove generazioni d’italiani, affinché ricordino il ruolo ed il lavoro dei loro predecessori, e ne facciano tesoro. Il ricordo è la radice della nostra storia e della nostra identità. Senza il ricordo si perde ogni riferimento, ogni peculiarità. Si rinnega noi stessi. Senza la memoria, ed il rispetto che ad essa si deve, ci può essere solo barbarie. Per questo coloro che rappresentano le nuove generazioni, anche di emigranti, dovrebbero sempre ricordare che se oggi sono come sono, se oggi hanno la possibilità di emigrare da laureati e da professionisti, se oggi hanno l’opportunità di sentirsi molto di più cittadini del mondo, forse in parte lo devono anche ai chi li ha preceduti ed ha lottato perché le diverse discriminazioni cadessero.
La mano che idealmente si tende, appartiene all’essenza di quello che sono oggi. Quella stessa mano che tante volte è servita a tergersi il sudore dalla fronte, per il duro lavoro che veniva svolto, oggi serve da ponte tra ieri e domani, in modo da dare la necessaria continuità che, sola, può riscattare un passato di sacrifici per arrivare ad un degno futuro.
Gli italiani all’estero, che hanno scritto la storia anche col proprio sangue, reclamano rispetto da noi e da chi ci sostituirà. Ed è proprio sul rispetto e l’umiltà che migliaia di associazioni e realtà italiane nel Mondo, hanno saputo creare migliori condizioni d’accoglienza anche per le nuove generazioni.
Dopo l’intervento del Coordinatore della SAIG, si è data lettura, ad una poesia, sia in italiano sia in francese, intitolata “Emigranti da sempre”, di Paolo Tulelli, molto ben letta dalla giovane Lidia De Pascalis, che ha ripercorso l’evoluzione degli italiani emigrati, trasformatisi, agli occhi del mondo da antichi “terroni” agli odierni professionisti ai massimi livelli, ben inseriti nel tessuto sociale, politico e culturale delle città in cui vivono.
Carmelo Vaccaro ha poi dato la parola all’On. Gianni Farina che ha ricordato come dall’elezione di Papa Francesco (figlio di italiani emigrati in Argentina e tornato “dall’altra parte del mondo” per essere eletto al soglio pontificio), ci sentiamo tutti ancor di più figli del mondo.
L’artista, continua Farina, utilizzando una donna, è riuscito a rappresentare al meglio la storia dell’emigrazione italiana. La donna che rappresenta l’emigrazione anche se emigrata non era, essendo moglie o madre di un emigrato che magari tornava a casa una sola volta all’anno e partecipando al dolore del distacco ed ai sacrifici portati avanti da tutta la famiglia. E se emigrava con suo marito ha poi trovato in questa terra un approdo sicuro, la sicurezza di avere almeno un tozzo di pane ed un afflato di speranza per sé e per i propri figli.
Il 2 giugno, ha proseguito l’Onorevole Gianni Farina, giornata importante di celebrazione per la nostra Repubblica, si valuterà come è cambiata l’Italia in questi anni, dal difficile dopoguerra, all’Italia del miracolo economico, costruita a prezzo di tanti sacrifici, anche da parte dei nostri emigranti che hanno contribuito all’evoluzione del nostro paese. Emigranti che, però, hanno trovato accoglienza in questa terra ed oggi noi siamo cittadini svizzeri, cittadini d’Onex, cittadini italiani e cittadini europei in un futuro speriamo non più troppo lontano.
La parola è passata, dunque al Console Generale d’Italia a Ginevra, Andrea Bertozzi, , che dopo aver ringraziato le istituzioni locali, la SAIG ed il dinamismo concreto e mai scontato di Carmelo Vaccaro nell’instancabile promozione di iniziative di tal genere, ha ricordato come proprio un 2 giugno di tanti anni fa, le donne italiane hanno potuto votare per la prima volta e, dunque, il monumento oggi inaugurato riconosce il valore che sempre hanno avuto le donne. Il prossimo 2 giugno dobbiamo anche ricordarci i successi di questa nostra Repubblica che, nonostante tutti i suoi difetti, ha portato il Paese a notevoli livelli di sviluppo e ricchezza (anche se non per tutti), dandoci la possibilità, attraverso la democrazia, di vivere bene anche in Italia. Italia che è diventata “grande” con gli italiani dentro e fuori dai suoi confini. Egli ha poi concluso con un pensiero rivolto al nostro marò, Mario Girone, che finalmente è tornato in Italia, grazie al costante impegno del Governo che tanto ha lottato per riportarlo “a casa”.
È toccato al Sindaco della Città d’Onex l’onore di chiudere la parte ufficiale. Carole-Anne Kast , dopo aver ringraziato la SAIG per la collaborazione ed aver elogiato l’artista, Dante Ghielmini e salutato la sua famiglia, ha infine ringraziato gli italiani a nome della città che amministra, per aver cooperato nella evoluzione di Onex dagli anni 60 e 70 al giorno d’oggi.
Dopo i discorsi gli oratori, italiani e onesiani, hanno tagliato i nastri, tra gli applausi ed i flash delle numerose apparecchiature fotografiche. Gli invitati hanno poi potuto usufruire di un rinfresco offerto dalle autorità della Citta d’Onex. La SAIG ha infine tenuto a ringraziare tutte le persone che erano presenti, soprattutto le famiglie ed i bambini che, nel pensiero di Vaccaro, “rappresentano un po’ la nostra fotografia di domani”.
Un ultimo ringraziamento è infine stato dedicato anche a tutti coloro che partecipano costantemente alle vita ed alle vicende delle associazioni e alle loro iniziative, con impegno e continua presenza, sempre accanto agli italiani a Ginevra per venire incontro alle loro esigenze.
La Redazione
“La Notizia di Ginevra”
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