Il Governo chiede di vietare la pubblicità nei cinema, sui cartelloni e sui media elettronici. L’industria del tabacco si oppone in nome della libertà di commercio
In Svizzera il divieto di pubblicizzare il tabacco è in vigore per le emittenti radiofoniche e televisive ed è esplicitamente vietata quando la pubblicità di tali prodotti si rivolge ai minorenni. La quota di fumatori in Svizzera è del 24.9% suddivisa tra uomini 28.8%, donne 21.1%, giovani fumatori 27.7% e giovani fumatrici 25.4%. Il Consiglio federale è dell’opinione che fumare uccida e costi. Il ministro della sanità, Alain Berset, ha spiegato che “ogni anno i morti per il fumo sono migliaia e i costi sanitari causati dal fumo superano il miliardo di franchi”. Preoccuparsi della salute è una questione della quale il Governo vuole occuparsene con la nuova legge sui prodotti del tabacco (LPTab). L’obiettivo primario è tutelare i giovani dai rischi sanitari dovuti al tabagismo. Nel suo messaggio inviato alle Camere federali, l’esecutivo propone di limitare ulteriormente il divieto della pubblicità dei prodotti di tabacco, estendendolo ai manifesti, alle sale cinematografiche, alla carta stampata e ai media elettronici. Sarà introdotto anche un divieto di vendita ai minorenni, poiché la maggior parte dei fumatori ha cominciato a fumare quando aveva meno di diciotto anni. “È una legge equilibrata e meno restrittiva rispetto alle legislazioni della maggior parte dei Paesi europei”, ritiene il Consiglio federale, che ricorda che la Svizzera non ha ancora ratificato la Convenzione quadro sul tabacco dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), la quale esige un’efficace limitazione della pubblicità e dello sponsoring.
La consultazione delle nuove normative ha suscitato reazioni contrastanti. La Commissione della sicurezza sociale e della sanità (CSSS) degli Stati ha consigliato di rinviare al Governo il progetto proposto, motivando la decisione con le “eccessive limitazioni di pubblicità, che non comporterebbero una riduzione del fumo”. Inoltre lo stato non dovrebbe essere il tutore degli adulti. La Svizzera è un Paese del tabacco e la lobby delle multinazionali è un’importante protagonista del dibattito.
Tre le imprese del tabacco che operano nel Paese, Japan Tobacco International, Philip Morris e Britisch American Tobacco, e danno lavoro a circa 10.000 impiegati, generando l’1% del PIL con un volume di esportazioni sopra il mezzo miliardo, tanto quanto l’esportazione del formaggio. Un enorme vantaggio è il diritto svizzero, meno restrittivo in confronto ad altri Paesi. Ad esempio, i gruppi industriali del tabacco in Svizzera possono produrre sigarette per l’esportazione con quote di nicotina e catrame che superano i limiti dell’UE. Chiaro che le lobby affilino le lame per mantenere ancora le agevoli condizioni quadro e respingono il progetto: “Il divieto della pubblicità è un’enorme intromissione nella libertà di commercio”.
Se per gli uni le nuove misure di restrizione sono esagerate per gli altri sono poco incisive. La Federazione dei medici svizzeri FMH chiede il divieto generale di pubblicità e promozione dei prodotti del tabacco e si appella alle Camere federali affinché si assumano la loro responsabilità nei confronti dei giovani. La Coalizione per una legge efficace sui prodotti del tabacco ha presentato i suoi argomenti, esponendo un nuovo studio di Ecoplan che ha esaminato gli effetti del divieto totale in cinque Paesi europei. Dai dati emerge che la legge deve essere esaustiva sui prodotti del tabacco, vietare la pubblicità equivale al calo del tabagismo presso i giovani e non nuoce ai punti di vendita. Dall’Associazione svizzera per la prevenzione del tabagismo (AT), arrivano critiche severe “all’influsso dell’industria del tabacco sui membri del Parlamento e sull’opinione pubblica”, esposte da Bruno Meili, presidente AT.
Il lobbismo si muove con successo e al Governo giungono le critiche di “essere venuto incontro all’economia con compromessi a discapito della salute”. L’esecutivo si difende spiegando che La LPTab riprende a livello nazionale alcuni disciplinamenti già introdotti in diversi Cantoni con risultati positivi. Le posizioni contraddittorie sono state il tema principale dei dibattiti in Consiglio degli stati, che sono continuati nella giornata di ieri.
Gaetano Scopelliti