Roma e Milano le città con il maggior numero di sequestri
Nel 2015 gli italiani hanno speso 6,9 miliardi di euro per acquistare prodotti contraffatti, un valore in crescita del 4,4% rispetto al 2012. Produrre e commercializzare gli stessi prodotti nei circuiti dell’economia legale comporterebbe 100.515 unità di lavoro in più (circa il doppio dell’occupazione, ad esempio, dall’intera industria farmaceutica). Senza la contraffazione, la produzione interna registrerebbe un incremento di 18,6 miliardi di euro, con un valore aggiunto di 6,7 miliardi (un valore quasi uguale a quello generato dall’intera industria metallurgica). È quanto emerge da una ricerca del Censis per il Ministero dello Sviluppo Economico, nella Settimana Anticontraffazione che si è tenuta dal 13 al 19 giugno per la prima volta in tutta Italia.
Il trasporto della merce
Oggi la merce contraffatta viaggia per mare, in aereo, su gomma. I prodotti falsi vengono venduti nelle bancarelle per strada, in capannoni e magazzini, negli appartamenti privati, attraverso siti web e corrieri. E si diversificano sempre di più per la qualità della fattura, i prezzi, la categoria merceologica. Ingenti i danni per il made in Italy, ma anche in termini di sicurezza dei consumatori e sfruttamento delle persone impiegate nella filiera della produzione e commercializzazione.
Milano seconda piazza nazionale del mercato del falso
Con 1.966 sequestri e oltre 5 milioni di pezzi sequestrati nel 2015 dall’Agenzia delle Dogane e dalla Guardia di Finanza, la provincia di Milano è al secondo posto in Italia per entità delle operazioni di contrasto, preceduta solo da Roma.
Tra il 2008 e il 2015 nella provincia crescono in maniera consistente sia i sequestri (+237%) che i pezzi sequestrati (+76%), a testimonianza di un impegno congiunto da parte di tutte le forze preposte a contrastare il fenomeno.
La tipologia della merce rivela le caratteristiche della contraffazione del milanese che, accanto ai prodotti di basso prezzo e bassa qualità, si distingue per un’offerta di prodotti più rifiniti, di qualità migliore, che vengono venduti a prezzi più alti e con modalità innovative, uniche in Italia.
I “temporary store” del falso utilizzano appartamenti prestigiosi, affittati per brevi periodi e generalmente situati nel centro cittadino, in cui vengono improvvisate vere e proprie boutique del falso, dove alle attività di vendita si affiancano iniziative promozionali supportate anche da cataloghi online. A Milano è presente anche un’offerta specifica destinata ai turisti, quella dei tour operator delle merci contraffatte che si rivolgono ai visitatori di origine asiatica o russa, accompagnati a fare acquisti di falsi delle grandi marche italiane.
L’aiuto dei cittadini
Di fronte a un mercato della contraffazione che diventa sempre più capillare e camaleontico, un fenomeno che si trasforma e diventa sempre più “liquido”, alle attività di repressione e di contrasto, che agiscono sui nodi della rete logistica (come porti e aeroporti), bisogna affiancare iniziative di comunicazione e sensibilizzazione rivolte ai cittadini-consumatori, chiamandoli ad essere attori e protagonisti in prima persona della lotta alla contraffazione, si legge nel rapporto del Censis.
Esiste inoltre un “modello Milano”, che si impone come esempio virtuoso nella realtà nazionale e che mostra quanto l’intenzionalità degli sforzi su più fronti possa portare a risultati significativi.
Il 51% di tutte le merci sequestrate alle dogane nell’ultimo anno proveniva dalla Cina
Gli italiani hanno speso 6,9 miliardi di euro per prodotti contraffatti
Nel 2015 il 45,2% dei sequestri ha riguardato orologi e gioielli, il 20,7% occhiali, il 17,2% accessori di abbigliamento e il 6% capi di abbigliamento. Se però si guarda agli articoli sequestrati, al primo posto si trovano le apparecchiature elettroniche, soprattutto cellulari o componenti, con più di un milione di pezzi intercettati. Vengono contraffatti anche i prodotti alimentari.
[email protected]
foto: Ansa