Quasi otto milioni di persone hanno già firmato la petizione di Greenpeace per impedire lo sfruttamento dell’Artico. Tra questi anche il celebre musicista
L’Artico è un ambiente unico e vulnerabile: ospita specie straordinarie e svolge inoltre un ruolo cruciale nella regolazione del clima globale. Ma, a causa del cambiamento climatico, delle compagnie petrolifere che vogliono perforare nelle sue acque, della pesca industriale e della navigazione è sempre più in pericolo.
Come se non bastasse, a peggiorare la situazione c’è anche lo scioglimento dei ghiacci: in 30 anni si è perso il 75% del ghiaccio marino artico (misurato in volume nei mesi estivi), diminuendo la capacità della superficie ghiacciata di riflettere la luce solare (un fenomeno conosciuto come albedo) e aumentando il calore assorbito dal mare, che a sua volta contribuisce allo scioglimento dei ghiacci, in un circolo vizioso molto pericoloso. Il ritiro dei ghiacci rende poi più facile lo sfruttamento delle risorse naturali del Mar Glaciale Artico: le aziende ne approfittano per estrarne petrolio, metalli preziosi e pesce, e sono ansiose di utilizzare le rotte del nord per accorciare il trasporto.
Tutto questo causa pericolo di sversamenti petroliferi, inquinamento e rumore subacqueo, pesca eccessiva e danni agli habitat, minacciando la sopravvivenza di questo fragile ecosistema. In occasione della giornata mondiale degli Oceani, che ricorre l’otto giugno, Greenpeace ha pubblicato un rapporto scientifico che svela come l’Artico si stia scaldando due volte più in fretta di qualsiasi altra regione del mondo, con possibili gravi ripercussioni sull’intero clima terrestre. Lo studio di Greenpeace denuncia che l’alterazione di questo ecosistema unico e prezioso può aggravare gli effetti dei cambiamenti climatici e avere ripercussioni anche sulle nostre vite. Da tempo Greenpeace chiede che le acque internazionali che circondano il Polo Nord diventino un Santuario Artico in cui sia vietata qualsiasi attività industriale estrattiva e ogni attività di pesca.
L’Ospar, la commissione internazionale deputata alla conservazione dell’Artico, vuole istituire un’area protetta di oltre 226 mila chilometri quadrati, un’area con un’estensione pari a quella della Gran Bretagna, realizzando così il primo pezzo del Santuario, una riserva marina completamente protetta da qualsiasi attività umana invasiva e nella quale la navigazione sia sottoposta a controlli rigorosi. L’area coinvolta nel Santuario dovrebbe essere il bacino centrale dell’Oceano Artico, una regione di acque profonde oltre il limite delle 200 miglia nautiche degli Stati costieri dell’Artico. Quasi otto milioni di persone hanno già firmato la petizione internazionale contro lo sfruttamento dell’Artico, unendosi all’appello dell’associazione ambientalista affinché questo vitale oceano di ghiaccio possa essere preservato a difesa del clima terrestre.
Tra questi anche il pianista e compositore italiano Ludovico Einaudi che ha girato un video a favore della campagna di Greenpeace per la difesa dell’Artico, suonando una sua composizione per piano, “Elegy for the Arctic”, su una piattaforma galleggiante fra i ghiacci del Polo Nord, davanti alle coste delle isole Svalbard, in Norvegia. “L’Artico non è un deserto, ma un luogo pieno di vita. Ho potuto vedere con i miei occhi la purezza e la fragilità di quest’area meravigliosa e suonare una mia composizione ispirata alla bellezza dell’Artico e alle minacce che subisce a causa del riscaldamento globale. Dobbiamo comprenderne l’importanza per proteggerlo prima che sia troppo tardi”, ha dichiarato il celebre compositore.
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foto: Ansa