Non terminano gli assalti terroristici: Istanbul, Dacca e Baghdad si macchiano di sangue. Nove italiani perdono la vita in un attacco. Kamikaze anche in Arabia Saudita
Negli ultimi giorni abbiamo assistito a diversi attacchi terroristici che hanno seminato morte e paura tra i civili. Il primo è avvenuto lo scorso 28 giugno in Turchia, all’aeroporto Ataturk di Istanbul, ovvero lo scalo più grande della Turchia e il terzo in Europa. L’attacco è avvenuto alle ore 22:10 locali (21:10 ore italiane) per mano di un commando di 7 persone che ha aperto il fuoco armati di kalashnikov sulla folla al terminal internazionale.
Successivamente 3 di loro si sono fatti saltare in aria, probabilmente con un ‘kamikaze ariete’ che ha aperto la strada agli altri due. Dopo le esplosioni dei tre kamikaze, una donna facente parte del commando è stata arrestata, mentre sono riusciti a fuggire gli altri tre componenti. Secondo quanto trapela dalle indagini i tre kamikaze provenivano da Kirghizistan, Uzbekistan e Russia. Come dichiarato dal ministro dell’Interno Efkan Ala in Parlamento, “il numero delle vittime è salito a 45, di cui 19 straniere” e 260 feriti, ed ha confermato l’arresto nel quadro dell’inchiesta di 27 persone, di cui almeno 15 straniere. Tra questi molti sarebbero sospettati di appartenere all’Isis. Infatti, anche se finora non è giunta alcuna rivendicazione, le autorità di Ankara hanno puntato il dito contro l’Isis.
Invece è stato subito rivendicato dall’Is l’attacco terroristico avvenuto in Bangladesh con un comunicato all’agenzia di stampa Amaq e riportata da Site. Durante questo attentato compiuto venerdì 1° luglio e concentrato in un bar-ristorante di Dacca, capitale del Bangladesh, il commando islamista ha fatto irruzione sparando al grido “Allah akbar”, uccidendo 20 civili stranieri – tra cui 9 italiani.
Il commando jihadista formato da sette componenti, è arrivato all’Holey Artisan Bakery poco dopo le 9 di sera, ora locale. Dopo aver ucciso due poliziotti si sono diretti al ristorante dove è avvenuta una vera e propria carneficina: gli stranieri dalla pelle chiara sono stati sgozzati mentre agli altri avventori presi in ostaggio è stato imposto di recitare alcuni versetti del Corano. Per chi non ci riusciva non c’è stato scampo. L’assalto terroristico terminato con il blitz delle forze speciali bengalesi si è concluso con il bilancio di 20 civili uccisi tra cui 9 italiani imprenditori tessili, 7 giapponesi e un americano, un numero imprecisato di feriti, 13 ostaggi portati in salvo e 6 assalitori eliminati.
Le vittime italiane sono Adele Puglisi, Marco Tondat, Claudia Maria D’Antona, Nadia Benedetti, Vincenzo D’Allestro, Maria Rivoli, Cristian Rossi, Claudio Cappelli e Simona Monti. Si è salvato invece l’italiano Gianni Boschetti marito di una delle vittime, Claudia D’Antona, solo perché in quel momento era uscito dal locale per una telefonata. Dei sette terroristi del commando, sei sono stati uccisi e uno catturato. Tutti i componenti del commando erano cittadini del Bangladesh. “L’Italia tutta insieme, tutta unita, piange i nostri connazionali uccisi a #Dacca. I nostri valori sono più forti dell’odio e del terrore” ha dichiarato Matteo Renzi.
L’ultima strage terroristica in ordine di tempo firmata Isis si è svolta a Baghdad, questa volta si tratterebbe di un duplice attacco. Terribile il bilancio con oltre 213 morti e una strage di bambini, ben 25 e circa 300 feriti nella capitale irachena.
Il primo attacco è avvenuto la sera del 2 luglio nel centrale quartiere sciita di Karada, in Iraq. Un kamikaze ha fatto deflagrare un automezzo carico di esplosivo davanti a un centro commerciale affollato poco dopo la mezzanotte, cioè quando la gente aveva interrotto il quotidiano digiuno di Ramadan e si era riversata nel centro commerciale. Questo è stato l’attacco più pesante con 100 morti e la strage di bambini ed è stato subito rivendicato dall’Is. Un secondo attacco si è avuto nella capitale irachena nella mattina successiva, un kamikaze ha fatto saltare in aria una macchina imbottita di esplosivo proprio nel punto della città in cui convergono molti musulmani sciiti provocando altri cinque morti e 16 feriti. La Casa Bianca, attraverso il portavoce del Consiglio della sicurezza nazionale Ned Price ha ribadito la propria determinazione nel sostegno “al popolo e al governo iracheni nello sforzo congiunto per distruggere l’Is”, aggiungendo che “questi attacchi non fanno altro che rafforzare la nostra determinazione a sostenere le forze di sicurezza irachene”. Il premier iracheno, riferisce la tv irachena Alsumaria che cita fonti governative, ha ordinato al ministero della Giustizia di Baghdad l’esecuzione “immediata” delle condanne a morte emesse nei confronti di “tutti i terroristi” detenuti nelle prigioni irachene.
Perfino l’Arabia Saudita è caduta nel mirino del terrorismo anche se ancora non è chiaro di che matrice. Lunedì scorso, infatti, un kamikaze si è fatto esplodere nei pressi del recinto sacro della moschea del Profeta Maometto a Medina, città santa dell’Islam. Altri due kamikaze sono esplosi in giornata, uno nei pressi di una moschea sciita a Qatif, nella parte orientale dell’Arabia Saudita e il terzo nelle vicinanze del cosolato USA a Gedda.
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