Le vittime hanno 16 e 18 anni
Due casi di abuso su due giovanissime in Italia. Il primo è accaduto in Campania, nel salernitano, dove una sedicenne è stata avvicinata da un gruppo di ragazzi mentre camminava a piedi per le vie del centro di San Valentino Torio. Il branco ha costretto la ragazza a seguirli in un garage dove a turno avrebbero abusato di lei. Sarebbe poi stata la ragazza a raccontare tutto ai genitori che hanno subito esposto denuncia, sono così indagati 4 studenti ed un manovale coetanei della vittima, dei ragazzi del tutto “normali” che non hanno mai avuto guai con la giustizia: “Si tratta di ragazzi normali – dice Cosimo Vastola, uno dei difensori dei minori coinvolti – non di pregiudicati. Tutti e cinque non hanno mai avuto a che fare con il crimine e appartengono a famiglie di lavoratori onesti. Qui non ci sono mostri”.
“Quello che ha fatto mio figlio è una vergogna” afferma il padre di uno degli stupratori distrutto per ciò che ha fatto il figlio, e colmo di vergogna dopo aver ascoltato i dettagli della vicenda durante l’interrogatorio, mentre la moglie, invece, non ha retto ed è svenuta. Ma c’è perfino chi non ha neanche il pudore e la delicatezza di stare zitto di fronte ad una tale violenza e getta ancora di più fango nella già torbida vicenda con commenti fuori luogo e non giustificabili, come qualche coetaneo della vittima che commenta “Anche se ci fosse stato un solo ragazzo ad attenderla, non avrebbe mai dovuto avere rapporti sessuali all’ombra di un garage”; o peggio ancora “La colpa di quanto accaduto non era da imputare solo ai cinque minorenni…”. Ma la frase più sconcertante è forse quella che pronuncia la zia di uno degli indagati: “Sono bravi ragazzi, nessuno voleva farle del male. Forse hanno esagerato, ma come si fa a dire che sono mostri?”.
Commenti che aumentano di certo le sofferenze della povera ragazza che trova sfogo sul suo profilo Facebook scrivendo “Sono stata pugnalata da chi credevo fosse mio amico, facendomi lasciare un segno indelebile che non dimenticherò facilmente, anzi, penso che mai dimenticherò”.
“Sì, forse la colpa è stata mia che mi sono fidata di un mostro – racconta – ma ringrazio anche me stessa che mi sono fatta forza ed ho raccontato tutto ai miei andando dai carabinieri a sporgere denuncia”.
Vittima del branco sarebbe stata anche una 18enne di origine polacca. La ragazza si trovava a casa del suo fidanzato, a Savona, che insieme ad altri 2 amici di 17 anni avrebbero stuprato la malcapitata. Le violenze sono state riprese anche con i telefoni cellulari dei tre ragazzi, e proprio i video sono stati decisivi per convincere i magistrati del tribunale dei minori di Genova a richiedere la custodia cautelare anche per i due minorenni. Così i tre giovani sono stati arrestati dai carabinieri e rinchiusi a Milano, Torino e Bologna: l’accusa nei loro confronti è di violenza sessuale di gruppo.
L’accaduto è stato denunciato dalla stessa ragazza dopo essersi confidata con un’amica e dopo una visita all’ospedale, durante la quale i medici hanno riscontrato sul suo corpo lividi ed escoriazioni. Inizialmente i carabinieri hanno denunciato il fidanzato ma è stata proprio la visione del materiale contenuto nel cellulare che ha fatto scattare la richiesta d’arresto anche per gli amici. Pare che il ragazzo abbia offerto la fidanzata agli amici per un gioco erotico.
“Lei sapeva cosa volevamo fare e aveva detto di sì, era consenziente ed è solo un gioco erotico degenerato” sono state le assurde parole di difesa da parte dei tre genovesi, promettenti calciatori di un’importante società locale, accusati di stupro di gruppo, ma le immagini del telefonino non lasciano dubbi e per i tre sono scattate le manette.