Ecco gli ultimi fatti di cronaca
È successo la scorsa settimana, a Fermo, nelle Marche: un ultrà della Fermana ha picchiato a morte in strada un nigeriano di 36 anni, dopo che questo avrebbe difeso la moglie 24enne da insulti razzisti.
Secondo quanto riferisce Askanews, Emmanuel Chidi Namdi e la moglie, entrambi richiedenti asilo fuggiti da Boko Haram, si trovavano nei dintorni dell’ex seminario di Fermo, il luogo che li aveva accolti in attesa delle pratiche. Le testimonianze di quanto accaduto sono diverse ma discordanti, e la polizia sta cercando di fare chiarezza. Ma secondo una prima ricostruzione, l’ultrà avrebbe chiamato la donna “scimmia” in una sorta di italo-inglese. È scoppiata, così, una colluttazione tra l’ultrà e il marito, al termine della quale è rimasto a terra il nigeriano. Ricoverato subito all’ospedale di Fermo in condizioni già molto gravi, è entrato in coma poche ore dopo; il giorno dopo le sue condizioni si sono aggravate e nel pomeriggio è stata dichiarata la morte cerebrale.
Le indagini sono in corso – fanno sapere dalla questura – al fine di arrivare a una ricostruzione accurata dei fatti dai quali dipende l’imputazione, e senza sottovalutare in alcun modo la gravità di quanto accaduto.
Sparatoria nel Canton Soletta
La scorsa settimana, un uomo è stato ucciso per strada a colpi di pistola: è accaduto nel pomeriggio, a Winznau, nel Canton Soletta. Solo poco dopo l’arrivo della polizia sul posto e il ritrovamento del cadavere, l’assassino è stato trovato nelle vicinanze e arrestato.
L’uomo, 38enne, avrebbe nel frattempo confessato l’atto: lo ha rivelato la procura del Canton Soletta, che ha avviato le indagini per omicidio volontario. Finora, i dettagli emersi sulla vittima e sull’assassino sarebbero pochi. Un giornale kosovaro, però, avrebbe riferito ulteriori particolari: sembra che la vittima fosse un kosovaro di 32 anni, mentre l’assassino sarebbe un italiano di 38 anni. Secondo quanto rivela il giornale kosovaro, l’omicidio sarebbe accaduto per sbaglio: l’italiano avrebbe voluto, infatti, colpire un’altra persona, ma avrebbe scambiato il 32enne per l’uomo con cui aveva litigato.
Pistorius è tornato in carcere
L’Alta Corte di Pretoria ha condannato Oscar Pistorius a sei anni di carcere per l’omicidio, nel 2013, della fidanzata Reeva Steenkamp, questo è quanto ha rivelato Adnkronos. In precedenza, Pistorius era stato condannato a cinque anni di carcere per omicidio colposo, ma la sentenza era poi stata ribaltata in appello e tramutata in omicidio volontario. L’atleta ha già scontato 10 mesi di prigionia, prima della concessione degli arresti domiciliari.
Non è chiaro al momento quanto tempo Pistorius dovrà effettivamente trascorrere prima che gli siano concessi altri benefici, ma l’atleta è stato trasferito mercoledì scorso in carcere.
Dal gioco online agli abusi
Dopo il ritrovamento del dodicenne svizzero (La Pagina del 29 giugno 2016), sono stati rivelati i dettagli sul suo rapimento e su come la polizia sia riuscita a individuare il rapitore. A divulgare le informazioni sul ritrovamento e i dettagli sul rapitore, di nazionalità tedesca, è proprio il giornale tedesco “Bild”.
Secondo il quotidiano, che si riferisce a fonti vicine alle indagini, è ormai chiaro che i due si sono conosciuti online, tramite il gioco “Minecraft”; il tedesco, 35enne residente a Düsseldorf, avrebbe poi aspettato il dodicenne a una stazione e lo avrebbe portato in Germania, nella sua abitazione. Non si esclude che il bambino sia stato violentato. Gli inquirenti svizzeri, secondo quanto riporta inoltre la “SonntagsZeitung”, avrebbero trovato una fotografia del rapitore sul computer del bambino e avrebbero coinvolto la polizia tedesca che, tramite l’indirizzo IP, avrebbe individuato il suo indirizzo: secondo il “Bild”, l’uomo avrebbe abusato anche di altri bambini.