Erdogan: “Faremo pulizia nelle istituzioni”
“È stato evitato il golpe, ma non possiamo dire che la minaccia sia finita” e per questo, “cari abitanti di Istanbul, vi chiediamo di seguire attentamente ogni dichiarazione del presidente e di rimanere nelle piazze fin quando il presidente non dirà: ‘Ok, ora potete tornare a casa'”. È quanto ha affermato lunedì
mattina il ministro della Difesa turco, Fikri Isik, che – riferisce l’agenzia di stampa turca Anadolu – ha parlato ai manifestanti filogovernativi riuniti davanti alla residenza di Recep Tayyip Erdogan, nella città sul Bosforo.
Isik ha definito i fatti dei giorni scorsi come “un palese atto di tradimento” a cui la “Turchia non aveva mai assistito” nonostante i tre golpe militari del 1960, del 1971 e del 1980. Già sabato scorso Isik aveva parlato di golpe “evitato” e di come fosse “troppo presto” per affermare che la minaccia “sia stata completamente eliminata”.
Il vice premier turco Mehmet Simsek ha detto che “nulla è cambiato nel Paese. E se c’è stato un cambiamento in Turchia, è il consolidamento della democrazia”.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan aveva già arringato la folla a Istanbul promettendo di fare “pulizia” nelle istituzioni, dopo il tentato golpe di venerdì notte. Intervenuto davanti a una moschea per i funerali di alcune delle vittime del fallito colpo di Stato, Erdogan ha parlato di un “cancro” da estirpare, facendo riferimento più volte a Fetullah Gulen, il predicatore in esilio negli Stati Uniti da lui accusato del golpe. La folla ha interrotto più volte il presidente turco con grida di Allah Akbar e chiedendo a gran voce la pena di morte per i golpisti. Erdogan ha risposto che le domande del popolo non possono essere ignorate, e che verrà aperto un dibattito sul ripristino della pena capitale.
6mila arresti, tra cui 2750 giudici
Le persone arrestate dopo il fallito golpe in Turchia sono circa 6mila. Lo ha riferito il ministro della Giustizia Bekir Bozdag, citato dall’agenzia di Stato turca Anadolu. Finora gli arresti sono avvenuti nelle forze armate, tra cui 52 alti ufficiali, e nel settore giudiziario. In manette 2750 giudici, accusati di far parte del
gruppo di Fetullah Gulen. Fra i militari arrestati, riferiscono fonti dell’agenzia, vi è il comandante della guarnigione di Denizli, generale Ozhan Ozbakir. Anche il generale Bekir Ercan Van, comandante della base aerea di Incirlik nel sud della Turchia, riferisce un funzionario governativo locale, è stato portato via in manette per il suo presunto ruolo nel tentativo di colpo di Stato.
Le autorità turche hanno emesso un mandato di cattura nei confronti del colonnello Ali Yazici, un collaboratore del presidente Recep Tayyip Erdogan. Lo riferisce l’emittente turca Haberturk. Secondo l’emittente Ntv, è stato intanto arrestato Ismail Guneser, collaboratore dell’ex presidente Abdullah Gul.
Il bilancio dei morti
190 civili e oltre 100 militari golpisti: supera la quota di 290 il bilancio dei morti nel fallito colpo di stato in Turchia. È quanto comunica il ministero degli Esteri turco, che attribuisce il tentato golpe “senza alcun dubbio” alla “organizzazione terroristica di Fethullah Gulen”.
L’incontro con Putin
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan incontrerà il presidente russo Vladimir Putin la prima settimana di agosto. Lo riferiscono fonti della presidenza turca, citate dall’agenzia stampa Anadolu. L’incontro, riferiscono le fonti, è stato concordato durante una telefonata fatta oggi da Putin per esprimere appoggio a Erdogan, dopo il fallito golpe. Il leader del Cremlino ha offerto le sue condoglianze per le vittime ed espresso il suo appoggio al governo eletto della Turchia.
Adnkronos
foto: Ansa