Il governo sembra proprio urlarci: Arrangiatevi! Le tentazioni protezionistiche sembrano penalizzare anche gli italiani all’estero. Infatti i tagli sono per noi la porta chiusa dell’Italia in crisi. I provvedimenti anticrisi, non sono mirati a risvegliare il paese, ma piuttosto a garantirgli un dormiveglia in povertà, così che garantiti i più ricchi, si avranno enormi difficoltà nella eventuale ripresa. Prova ne sia il fondo previsto per incrementare gli ammortizzatori sociali che viene spostato dalla formazione organizzata dalle regioni. Con un giro di partita contabile il governo può annunciare interventi sui quali non aggiunge un euro. Intanto polizia e tribunali vivono una penuria di risorse indescrivibile. La scuola subisce tagli consistenti a causa di una riforma – non riforma. Le infrastrutture attendono investimenti che risultano ormai inefficaci poiché giorno dopo giorno al sud pezzi di territorio si sbriciolano sotto i colpi di un maledetto inverno. Sulla crisi il premier svicola mentre si lancia in campagne mediatiche atte a picconare la Costituzione, ad indebolire il quasi invisibile avversario, a stimolare i cittadini ad un ritorno al medioevo con ronde, cavalieri e giustizieri. Insomma il quadro è fosco. Ed a renderlo ancora peggiore il bollettino giornaliero delle chiusure di fabbriche, dei licenziamenti di precari dell’instabilità di ormai, quasi tutti i nostri distretti industriali. E noi qui all’estero ad aggiungere alla crisi dell’Italia, che comunque viviamo perché una parte di noi è con il cuore e con l’anima nel Paese, quella di una Svizzera avvitata sull’incerto futuro dei suoi ex giganti finanziari con un incremento delle riduzioni dell’orario di lavoro e dell’occupazione in quasi tutti i settori. Tutto ristagna attorno a noi…si potrebbe dire…e dal nostro Paese ci arriva una porta chiusa in faccia. Tagli, chiusure, mancanza di politiche di riforma che guardino
al futuro. L’indice di credibilità dei politici resta ai livelli più bassi e non si scorge nulla all’orizzonte. Arrangiatevi!… Si salvi chi può, sembrano urlarci da Roma, quanti – e soprattutto quelli di destra – fino a ieri accarezzavano il cuore degli emigrati, sbandierandoli come l’orgoglio della Patria. Arrangiatevi!… Come se fino ad oggi non avessimo fatto altro Certo oggi non ci arrangiamo più nelle baracche, ma almeno l’italiano ai nostri figli… Quello davvero non si può tagliare. Cosa resta del rapporto d’amore tra un individuo ed il suo Paese se gli tagliano la lingua? Niente. Forse allora vogliono tagliarci la lingua per non ascoltare più le nostre voci… vogliono cancellare i nostri sguardi… Hanno chiuso le porte dell’Italia, ci hanno chiuso la porta in faccia.
Massimo Pillera
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