Approfondimento a cura di Antonia Pichi – ultima parte
Rapporto tra Governo e Parlamento
Il potere legislativo spetta per quanto elencato nel l‘Art.70/1 a entrambe le Camere, per quanto elencato nell‘Art 70/2 solo alla Camera dei deputati.
Al governo però resta sempre lo strumento del decreto legge ed in particolare il voto a data certa. Infatti con l‘Art.72 Vll comma il voto “a data certa“ rafforza l’esecutivo. In che consiste? Il Governo può chiedere alla Camera dei deputati che un disegno di legge indicato come essenziale per l’attuazione del programma di governo sia iscritto con priorità ed approvato in via definitiva entro 70 giorni
Come vedete anche qui gli spazi di democrazia sono ridotti!
Rapporto tra Stato e Regioni
Se ne parla nel Titolo V dove si fa un elenco di una lunga serie di funzioni esclusive dello Stato tra cui anche mercati assicurativi, promozione della concorrenza, finanza pubblica e sistema tributario, sicurezza alimentare, tutela e sicurezza del lavoro, forme associative di comuni, piattaforma informatica, valorizzazione beni culturali e paesaggistici, attività culturali, sportive e turismo, produzione trasporto energie, trasporto e navigazione, sicurezza porti e aeroporti (art.117/2).
Si fa poi un breve elenco del compiti delle Regioni( art.117/3). Alla fine però si chiarisce che il Governo può sostituirsi (art.117/4) alle Regioni.
Grazie alla clausola di supremazia statale per la “tutela della unità giuridica ed economica della repubblica o dell‘interesse nazionale“ il Governo può evocare a sè una materia esclusiva delle Regioni.
Quindi in sintesi ne derivano una notevole riduzione dello spazio di autonomia delle Regioni e una maggiore centralizzazione a favore dello Stato.
L’elezione del Presidente della Repubblica
Fino ad oggi tutto il Parlamento più 3 rappresentanti per ogni Regione eleggono il Presidente.
La nuova proposta è che l’elezione del Presidente spetti solo al Parlamento (quindi alla Camera dei deputati), con eliminazione dei rappresentanti delle Regioni che sono invece garanzia di equilibrio e di autonomia.
Inoltre dal primo aöl terzo scrutinio basteranno due terzi dell’Assemblea, dal quarto al sesto ci vorranno tre quinti dell’Assemblea., dal settimo solo tre quinti dei votanti. Quindi in sintesi chi ha il potere di influenzare il parlamento decide chi sarà il Presidente della Repubblica con conseguente diminuzione della autonomia del Presidente. Una figura che dovrebbe essere sempre di bilanciamento rispetto al Governo, cioè di contrappeso rispetto al potere esecutivo.
Elezione dei giudici della Corte costituzionale
In tutto sono 15, un terzo eletto dal Presidente della Repubblica, un terzo da Magistrature ordinarie e amministrative come adesso, 3 dai Deputati e 2 dal nuovo Senato.
Anche qui la Corte Costituzionale, un altro importante contrappeso per il bilanciamento rispetto al Governo perde di autonomia perchè aumenta il potere del Governo che potrà influenzare le scelte di fronte alla figura di un Presidente più debole e ai due rami del Parlamento che voteranno in due sedute distinte.
A tutti gli aspetti negativi di cui abbiamo parlato aggiungiamo i danni ulteriori che potrebbero essere causati dalla legge elettorale chiamata Italicum perchè vi sarebbe il gran premio di maggioranza che darebbe un eccessivo numero di seggi ad un solo partito.
Quindi in conclusione votiamo NO il 4 dicembre per evitare di ridurre spazio per la democrazia a livello di singoli cittadini e di istituzioni, per evitare di eliminare il bilanciamento tra potere esecutivo e legislativo e per evitare di facilitare nel nostro Paese una svolta autoritaria.