Caos e tensione nella città calabrese di Rosarno dove è scoppiata una violenta protesta di immigrati africani. Tra guerriglia urbana e scontri con le forze dell’ordine, gli immigrati sono scesi in strada per manifestare, chiamando a raccolta tutti gli immigrati della Piana di Gioia Tauro. In duemila circa si sono radunati davanti al comune di Rosarno, protestando, alcuni con spranghe e bastoni, e chiedendo di poter incontrare il commissario prefettizio del Comune. Al commissario prefettizio hanno chiesto migliori condizioni di vita e un maggiore controllo nelle strutture che li ospitano.
“La situazione è grave, è pesante” ha detto il commissario del Comune che ha incontrato la delegazione di immigrati. “Ho detto loro – ha aggiunto – di non confondere l’azione delinquenziale di pochi con la disponibilità della maggioranza degli abitanti di Rosarno. Ora la situazione è grave perché un qualsiasi altro incidente potrebbe innescare nuove tensioni”.
A far esplodere la protesta è stato il ferimento di due immigrati con alcuni colpi sparati da sconosciuti con un fucile ad aria compressa. Uno dei feriti è un immigrato del Togo con lo status di rifugiato politico e un regolare permesso di soggiorno, come molti degli extracomunitari che hanno partecipato alla protesta.
Costretti a vivere in strutture fatiscenti e in condizioni igienico-sanitarie inaccettabili, gli immigrati della zona sono perlopiù lavoratori stagionali agricoli, sfruttati dalla criminalità organizzata. “Subiamo continuamente atti di intolleranza – ha dichiarato Sidiki, uno degli immigrati – ma noi siamo lavoratori onesti che vengono qui solo per guadagnarsi il pane e non diamo fastidio a nessuno. Piuttosto, sono intollerabili le condizioni in cui ci fanno vivere perché avremmo bisogno di più igiene e dignità”.
Nel corso dei disordini i manifestanti hanno lanciato pietre contro una troupe del TG2 e diversi cittadini sono rimasti coinvolti nelle proteste, riportando ferite. Gli abitanti di Rosarno sono sul piede di guerra. Intanto una nota del ministero dell’Interno ha annunciato la creazione di una task force presso la prefettura di Reggio Calabria composta dal ministero dell’Interno, da quello del Lavoro e dalla Regione Calabria, che avrà il compito di “affrontare la questione non solo dal punto di vista dell’ordine pubblico, ma anche per quanto riguarda gli aspetti legati allo fruttamento del lavoro nero e all’assistenza sanitaria’’.
Il ministro dell’Interno Maroni ha imputato la rivolta al fatto che “in tutti questi anni è stata tollerata, senza fare nulla di efficace, una immigrazione clandestina che da un lato ha alimentato la criminalità e dall’altro ha generato situazioni di forte degrado come quella di Rosarno”. “Inoltre, abbiamo per ora posto fine agli sbarchi di clandestini a Lampedusa e a poco a poco riporteremo alla normalità le situazioni”.
Dichiarazioni che hanno provocato la reazione del segretario del Pd Pier Luigi Bersani: “Mi dispiace molto – ha detto Bersani – che il ministro Maroni non abbia perso l’occasione anche stavolta di fare lo scaricabarile sull’immigrazione clandestina. Vorrei ricordagli che subiamo anche danni, in vigenza di una legge che si chiama Bossi-Fini. È ora che se lo ricordi anche il ministro”.
Bersani ha poi dichiarato che “per i fatti di Rosarno è necessario intanto fare calmare le cose. Bisogna però andare alla radice. Lì c’è mafia, sfruttamento, xenofobia e razzismo”.
La posizione del ministro Maroni è condivisa da Ignazio La Russa che afferma: “Troppa tolleranza verso i clandestini. Lo Stato ha il dovere di fare rispettare le leggi e le regole. Non può esserci tolleranza, specie per chi usa la violenza in maniera così evidente, per il solo fatto che è un immigrato. Anzi – ha aggiunto La Russa – credo che il degrado sia proprio derivato dalla troppa tolleranza nei confronti dell’immigrazione clandestina di questi ultimi anni”.
Articolo precedente
Prossimo articolo
Ti potrebbe interessare anche...
- Commenti
- Commenti su facebook