Nelle sale il documentario che indaga il legame del candidato alle presidenziali americane e gli ambienti neonazisti
In pieno clima elettorale per le elezioni presidenziali americane che hanno visto contrapporsi Donald Trump e Hillary Clinton, è uscito nelle sale il documentario di Riccardo Valsecchi che affronta in modo circostanziato l’ipoteca neonazista sulle elezioni presidenziali a carico di Donald Trump, e sul suo appoggio da parte di David Duke, leader carismatico dell’estrema destra negli States. Duke, ex Gran Maestro del Ku Klux Klan, antisemita e negazionista della Shoah, convinto sostenitore della supremazia bianca, si è apertamente schierato a sostegno di Trump cavalcando l’onda d’intolleranza verso neri, ebrei e migranti.
Il documentario racconta come Duke sia ricomparso negli Stati Uniti deciso a sostenere Trump e a candidarsi al Senato dopo aver trascorso tre anni in Italia e in Europa nel tentativo di riunire l’estrema destra del vecchio continente. Arrestato con l’accusa di ‘negazione del genocidio ebraico e dei crimini nazisti’ mentre si trovava in Repubblica Ceca per presentare il suo libro, gli venne negato il permesso di soggiorno nell’Unione Europea per ‘incompatibilità con gli accordi di Schengen’, e ha quindi trascorso tre anni in Italia, in provincia di Belluno, con un permesso di soggiorno abusivo, cercando adepti per il suo progetto di creazione di una destra xenofoba.
Grazie e numerose testimonianze di membri della polizia e di attivisti neonazisti, di ufficiali dell’esercito italiano, di politici, parlamentari europei ed esponenti di gruppi come Hezbollah e World National Conservative Movement, il regista è riuscito a ricostruire e raccontare le connessioni politiche e le attività illegali che hanno sostenuto Duke durante la sua permanenza in Europa e il suo ruolo nell’istigazione di azioni criminali a sfondo razzista, indagando soprattutto lo spettro di presunti legami fra il magnate newyorkese ed il discusso personaggio.
L’aperto sostegno di Duke a Donald Trump ha infatti creato notevole imbarazzo non solo nell’opinione pubblica statunitense ma anche nello stesso candidato repubblicano, diventando così un caso ‘anche’ cinematografico grazie a questo documentario che svela come Duke sia stato capace di padroneggiare gli strumenti di comunicazione per creare un impero mediatico online attraverso il quale diffondere paura, odio razziale e incitando l’elettorato a votare per Donald Trump quale ultimo difensore dei valori della civiltà americana, identificando nella causa antisemita la soluzione a tutti i mali. “Io e Trump portiamo avanti lo stesso messaggio. Solo che il suo è implicito, il mio è esplicito”, ha dichiarato Duke in una recente messaggio di incitamento alla causa di Trump.
La problematica legata alla crescita dei sostenitori dei crimini nazisti è un tema caro al regista lombardo che lo ha già affrontato in sue precedenti opere cinematografiche.
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