Cosa significa la vittoria di Trump per noi? Con noi, in questo editoriale, si intende certamente sia noi italiani che noi svizzeri. È una delle prime domande che ci si pone dopo aver sentito i risultati delle elezioni presidenziali negli USA in cui, appena una settimana fa, è stato eletto Donald Trump come 45°presidente degli Stati Uniti di America.
“Spero che sarete fieri del vostro presidente. È un onore per me. Amo questo Paese” sono state le parole pronunciate dal neo eletto Trump durante il suo primo breve intervento subito dopo i risultati, affermando principalmente che lui è il “Presidente di tutti gli americani”.
Ad una settimana dalle elezioni, una volta digerito bene il colpo, magari riusciamo a guardare il risultato di questa campagna elettorale piena di scandali, insulti e confusione con un po’ di distacco, anche perché molto probabilmente in pochi credevano nella possibilità che gli americani potessero eleggere un personaggio così contraddittorio come Presidente. Questo sentimento di stupore lo rivelano soprattutto i numerosi commenti, giunti da tutto il mondo, che nella giornata delle elezioni sono praticamente esplosi su siti internet e social, sia da chi esaltava la vittoria che da chi la piangeva. Dalla richiesta rivolta agli USA di evitare conflitti bellici del Ministro degli Esteri svizzero Didier Burkhalter che ha detto “credo che sia importante che gli Stati Uniti si impegnino come forza per la pace”, al commento del premier italiano Matteo Renzi che a “nome dell’Italia” si è congratulato “con lui (Trump ndr)” augurandogli “buon lavoro convinto che l’amicizia resti forte e solida”, i commenti sono stati svariati. Trump durante la campagna elettorale aveva già annunciato dei dettagli sulla politica estera e sugli accordi commerciali secondo i quali, come ha spiegato il politologo Louis Perron a 20Minuten, “diminuirà il ruolo degli USA come poliziotto mondiale”, riferendosi al fatto che Trump aveva annunciato di volersi ritirare dalla Siria e dalla Libia. Ciò innanzitutto significherà per l’Italia cambiare alleato in Libia, ma a parte questo, entrambi i paesi, sia Svizzera che Italia, potrebbero accusare cambiamenti sulla problematica dei rifugiati per mancanza di sostegno da parte degli Stati Uniti. Trump aveva anche dichiarato di voler cambiare gli accordi commerciali e tassare di più i prodotti esteri perché “il commercio uccide l’America”. Questo significherebbe disagi per la Svizzera per la quale l’America, dopo la Germania, è il paese più importante per quanto riguarda l’esportazione di prodotti svizzeri, ma anche per l’Italia che per la situazione già fragile potrebbe risentire più degli altri paesi ogni turbolenza internazionale causata dalle decisioni americane.
In questi primi giorni c’è stata forse troppa confusione per capire dove vuole arrivare il presidente Trump e dove porterà l’America, e forse i tanti esperti e politologhi farebbero meglio a non fare troppe previsioni su cosa potrebbe accadere perché se queste elezioni ci hanno insegnato una cosa è quella che in America al momento tutto è possibile.
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