“Prof, perché non proviamo a preparare una di queste ricette un giorno?” Tutto nasce così, da una domanda degli studenti delle classi prime dell’Institut auf dem Rosenberg di San Gallo rivolta alla prof.ssa Sotgiu, docente di lingua e civiltà latina; una domanda fatta così, con il sorriso fra le labbra, giusto per interrompere per qualche secondo la routine della lezione e distrarre la “prof” scherzando un po’ con lei. Sembra che questa insolita idea morirà lì tra le quattro mura della classe. Invece la proposta alletta tutti e viene accolta con grande entusiasmo dalla Preside della sezione italiana dell’istituto, la prof.ssa Cafagna, che suggerisce l’utilizzo della cucina generalmente adibita all’uso del personale docente, situata nella sala professori: “Potrebbe essere un’ottima iniziativa. Se i colleghi sono d’accordo, sarebbe molto bello potersi dedicare per qualche ora a questa attività!”.
Così, le due classi avviano i preparativi per l’evento che si tiene il 31 di ottobre.
La scelta dei piatti non è semplice per vari motivi: innanzitutto molti degli ingredienti impiegati abitualmente in epoca romana devono essere sostituiti in quanto non più reperibili o di difficile preparazione (è il caso del silfio: pianta tipica della Cirenaica estinta già in età imperiale o del garum: salsa a base di pesce particolarmente amata dai romani che viene sostituita con delle acciughe), in secondo luogo è fondamentale scegliere delle ricette non particolarmente complesse che possano essere preparate in un paio d’ore.
Dopo un’accurata ricerca da parte delle classi, la scelta ricade su tre ricette tratte dal De re coquinaria di Apicio (il più noto gastronomo romano vissuto tra il I secolo a. C. ed il I secolo d. C.): la patina, una frittata di lattuga e pepe, il porcellus oenococtus, una dadolata di carne di maiale condita con farina, olio, acqua, vino, miele, cipolla e spezie varie e, dulcis in fundo, il vino cotto con l’aggiunta di miele e acqua. Ogni studente contribuisce portando degli ingredienti, occupandosi di una o più fasi della preparazione e assaggiando con grande entusiasmo e qualche tentennamento il prodotto del proprio lavoro.
La lezione di cucina si svolge serenamente, in un clima amichevole e giocoso; i ragazzi hanno la possibilità di mostrare lati della propria personalità che non sempre all’interno della classe traspaiono, è un’occasione per conoscere e farsi conoscere, un modo per toccare con mano quanto appreso sui libri: un’esperienza senz’altro da ripetere!
E per quanto riguarda il gusto degli antichi romani, be’, chi ha la fortuna di capitare in sala professori attirato dal profumo delle pietanze chiede addirittura ai ragazzi di poter avere le ricette!
Sezione Italiana
dell’Istituto Rosenberg