L’HIV rimane una delle principali cause di morte fra gli adolescenti: ogni due minuti un nuovo contagio
Nella giornata mondiale contro l’Aids, celebrata lo scorso 1 dicembre, l’Unicef ha lanciato l’allarme sul numero dei contagi da Hiv: secondo il rapporto, ogni due minuti un adolescente rimane contagiato e se entro il 2030 non verranno effettuati ulteriori progressi per raggiungere gli adolescenti, i nuovi casi di contagio da HIV per questa fascia di età aumenteranno fino a 400.000 ogni anno, rispetto ai 250.000 del 2015 in tutto il mondo. E ancora, secondo il settimo rapporto sui bambini e l’AIDS ‘For Every Child: End AIDS’, l’AIDS rimane una delle cause principali di morte fra gli adolescenti. “Il mondo ha fatto enormi progressi per porre fine all’AIDS, ma la battaglia è ancora lontana dall’essere conclusa, soprattutto per quanto riguarda i bambini e gli adolescenti”, ha dichiarato il direttore generale Unicef, Anthony Lake. Nel 2015 nel mondo erano circa 2 milioni gli adolescenti fra i 10 e i 19 anni che convivevano con l’HIV.
In occasione della ricorrenza ha lanciato l’allarme anche il ministro Lorenzin: “L’Aids ed il virus Hiv sono ancora tra di noi, ma molti pensano che questa malattia non ci sia più: dal 2006 ad oggi si è infatti abbassata pericolosamente la guardia sui meccanismi di trasmissione dell’infezione e sul fatto di poter essere a rischio”, ha ammonito sottolineando come sia importantissimo lavorare sulla prevenzione e la cura, puntando anche a mantenere la vita del paziente il più normale possibile. Fondamentale, ha dichiarato la Lorenzin, è “tenere molto alta la prevenzione contro le malattie sessualmente trasmissibili, in allarmante crescita proprio tra i giovani”, ricordando come ad oggi si contano 36,7 milioni di persone con Hiv nel mondo, mentre in Italia le nuove infezioni nel 2015 sono state 3444”. Il Ministro ha annunciato che è in via di approvazione da parte del Consiglio superiore di sanità un nuovo Piano nazionale Aids che mira anche a rafforzare la prevenzione e l’utilizzo dei test. Tra gli obiettivi del piano, ha chiarito il ministro, delineare progetti per modelli di intervento per ridurre il numero delle nuove infezioni, facilitare l’accesso al test e garantire le cure e favorire il mantenimento in cura dei pazienti e migliorare lo stato di salute delle persone con Hiv-Aids. A partire proprio dal primo dicembre scorso nelle farmacie è possibile acquistare il test di autodiagnosi da effettuare direttamente a casa propria. Il test, dal costo di 20 euro, potrà essere acquistato da maggiorenni anche senza ricetta. Iniziativa criticata però da molti tra i quali Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto Nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, per il quale l’autotest potrebbe avere effetti negativi spingendo le persone a non ricorrere più ai test: “Una persona che scopre di essere sieropositiva non può gestire questa notizia da sola, ha bisogno di ricevere le giuste informazioni e conoscere tutte le opzioni che ha. La figura del medico è fondamentale in casi come questi”, ha commentato Ippolito.
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foto: Ansa