La classifica mostra un’Italia spaccata in due con il Sud ancora troppo indietro
La XXIII edizione di Ecosistema Urbano 2016, il rapporto sulla vivibilità ambientale dei capoluoghi di provincia italiani elaborato da Legambiente, in collaborazione con l’Istituto di ricerca Ambiente Italia e Il Sole 24 ore, ci restituisce una fotografia del Belpaese che resta ancora diviso in due con il Nord che fa da traino allo sviluppo di progetti innovativi e il Sud che resta ancora indietro.
Nella graduatoria delle città più vivibili brillano per assenza le grandi città: a conquistare le prime dieci posizioni sono i capoluoghi al di sotto degli 80 mila abitanti oltre a tre centri abitati di medie dimensioni. Le amministrazioni dei grandi comuni, chiamate a rispondere della qualità dell’aria, della gestione idrica e dei rifiuti, della mobilità e dell’energia, risultano quindi del tutto impreparate e la vivibilità ambientale dei capoluoghi di provincia italiani sembra essere affetta da una pigrizia profonda che rende difficile compiere reali passi avanti. “Questo rapporto racconta un Paese a due velocità: quella delle amministrazioni e quella dei cittadin. E mentre le prime si confermano lente, rigide e quasi impermeabili ai cambiamenti, le seconde spiccano per vivacità e spirito d’iniziativa con tantissime buone pratiche che pur coinvolgendo concretamente un condominio, una strada o un quartiere, esprimono un’idea di città e di futuro ben più ampia, in grado di coniugare giustizia sociale e vivibilità, cultura e socialità, economia e ambiente”, ha dichiarato la presidente di Legambiente Rossella Muroni.
In testa alla classifica, come detto, troviamo il Nord del Paese insieme a due città del centro Italia, Macerata, nelle Marche, quest’anno prima su tutte, e Oristano, in Sardegna (nello specifico: Macerata, Verbania, Mantova, Trento, Bolzano, Parma, Belluno, Oristano, Cuneo, Savona).
La medaglia d’oro Macerata se l’è guadagnata grazie ad alcuni ottimi piazzamenti nei settori chiave della ricerca. Buono il dato relativo al biossido di azoto, ottimo quello relativo alle polveri sottili. Buono anche il dato sule acque, sia per il consumo contenuto che per l’assenza di grandi perdite nella rete idrica e ottimo il dato relativo alla raccolta differenziata dei rifiuti. Infine, due buoni piazzamenti negli indici relativi alle energie rinnovabili: il capoluogo delle Marche è sesto con 18,66 kW ogni 1000 abitanti per la potenza di solare installata su edifici pubblici e tra le prime con un ottimo 98% nel nuovo indice relativo alla percentuale di fabbisogno energetico domestico proveniente da fonti rinnovabili. Le ultime cinque classificate comprendono Frosinone e quattro città del Sud: Palermo, Siracusa, Caserta e Vibo Valentia, fanalino di coda della classifica.