Albero, presepi, luminarie e doni, sono ovunque i simboli del Natale o ci sono posti in cui la ricorrenza è festeggiata in maniera diversa?
Se c’è una cosa che accomuna il Natale a tutte le latitudini è forse il fatto di essere la festa più attesa da molti, grandi o piccini, per la particolare atmosfera che regala e che si respira nell’aria coinvolgendo anche i meno appassionati di riti, tradizioni e simboli laici o religiosi che siano. Ma a parte questo tratto distintivo comune, quali sono poi i modi di festeggiare il Natale nei vari Paesi? Albero, presepe, scambio di doni, cenoni, luminarie e musiche a tema sono tradizioni di tutti i Paese o anche per questa importante ricorrenza vale il detto ‘Paese che vai usanze che trovi’?
Ovunque a dicembre il mondo assume un aspetto diverso, le città si trasformano e l’atmosfera si fa più calda: tutto cambia, tutto si modifica, tutto scorre ma la tradizione del Natale resta lì, una festa fatta di rituali antichi che si ripetono nei decenni, che riportano all’infanzia, ai ricordi familiari più intimi rituali che anno dopo anno si ripetono e ci fanno sentire, per qualche giorno, diversi. Con questo denominatore comune i festeggiamenti, di fatto, sono poi diversi da Paese a Paese, esaltando aspetti differenti della Natività.
La Francia inizia i suoi festeggiamenti natalizi a partire dal 5 dicembre con la ricorrenza di San Nicola; il culmine delle celebrazioni si ha però la sera della vigilia, con le campane delle chiese e le voci dei cori che intonano canti francesi chiamati “Noels”.
Il pranzo di Natale termina con il tradizionale “Buche de Noel”, una crema di burro glassata e a forma di torta. Ma la vera peculiarità del Natale francese è la ‘Fête des Lumières’, ovvero il Festival delle Luci che si svolge a Lione durante la celebrazione della Vergine Maria che va avanti per quattro giorni, dal 6 al 9 dicembre. Quello che era iniziato nel 17° secolo come semplice illuminazione delle finestre delle case con candele è diventato un evento spettacolare che attira più di 4 milioni di turisti ogni anno. Il festival è caratterizzato da suggestive esposizioni luminose, come brillanti giochi di luce sulla Basilica di Fourvière e nella Place des Terreaux. Ma ogni famiglia anche nel suo piccolo celebra la tradizione mettendo alla finestra, esattamente come avveniva dal 1852, delle candele nei vetri colorati.
In Austria invece il Natale porta anche Krampus, (il “collega” antipatico di San Nicola) una creatura che vaga per le strade della città per punire i bambini cattivi. Un Natale all’insegna della paura per i bambini che non sono stati buoni. Nella tradizione austriaca, San Nicola premia infatti i bravi bambini mentre il Krampus è noto e temuto per catturare i bambini più cattivi. Insomma la Befana italiana che porta il carbone ai bimbi cattivi, in Austria arriva in anticipo e fa tremare i più piccoli.
La prima settimana di dicembre, le strade sono infatti invase da giovani che si vestono come il Krampus (soprattutto alla vigilia del giorno di San Nicola) con maschere orripilanti e girano per le città suonando le campane. Torna la dolcezza del Natale in Olanda con la singolare tradizione della la vigilia di San Nicola, che si festeggia con la cioccolata calda e il “letterbanket”, una torta a forma della prima lettera del cognome della famiglia. Un rito personalizzato dunque che unisce nella preparazione tutta la famiglia mentre i bambini aspettano l’arrivo di Sinterklaas, il vescovo gentile ed alto che indossa abiti rossi ed il mitra vescovile in testa. Sinterklaas viaggia dalla Spagna ad Amsterdam ogni inverno e porta nel suo cavallo bianco un enorme sacco pieno di doni: legato alla figura di San Nicola è in tutto e per tutto il precursore del più diffuso e laico Babbo Natale.
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