Nulla di risolto per l’omicidio di Chiara Poggi: spunta un nuovo indagato
Potrebbe essere tutto da rifare: l’omicidio di Chiara Poggi è tutt’altro che risolto. Pare infatti che siano spuntati nuovi indizi che porterebbero ad indagare su un nuovo sospetto, il giovane Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara. Da una nuova perizia, che indicherebbe la non appartenenza ad Alberto Stasi del DNA trovato sotto le unghie di Chiara, le indagini risulterebbero di nuovo aperte anche a distanza di nove anni e mezzo dal 13 agosto 2007, giorno in cui la ragazza è stata trovata uccisa. In questo modo Stasi, già condannato in via definitiva a 16 anni di carcere, non sarebbe più l’indiziato numero uno dell’omicidio dell’allora fidanzata.
Il nome di Sempio era già presente nelle carte dell’indagine, ma torna alla ribalta dopo l’esposto presentato dalla madre e dai legali di Stasi dopo che le ulteriori indagini difensive avrebbero portato a stabilire che sulle unghie di Chiara ci sarebbe del Dna che combacia con quello di Andrea Sempio, oggi 28enne impiegato.
Da quanto si è appreso, la sua iscrizione è un atto dovuto in seguito alla trasmissione, da parte della Procura Generale ai pm pavesi, degli atti depositati dai legali di Alberto Stasi che, con indagini genetiche affidate a un esperto di fiducia, hanno scoperto che il Dna estrapolato dalle unghie di Chiara sarebbe compatibile con quello del ragazzo, amico del fratello della vittima. «Il fatto che si apra una nuova indagine sul delitto di Garlasco, che riguarda un’altra persona e non Stasi, è per noi una prima vittoria», ha commentato l’avvocato Giarda, legale di Stasi. Inoltre, dalle notizie che trapelano, contro il nuovo indagato, i difensori – che si sono avvalsi anche del lavoro di un’agenzia investigativa – non hanno solo la presunta prova scientifica.
Andrea Sempio avrebbe una bicicletta – secondo due testimoni c’era una bici davanti alla villetta di via Pascolo la mattina dell’omicidio di Chiara – e il sospettato, già sentito due volte in questi anni di inchiesta, avrebbe fornito un alibi che non convince i legali; inoltre vista l’amicizia con il fratello della vittima conosceva e frequentava casa Poggi. Tutti elementi che ora gli investigatori di Pavia valuteranno e su cui poi si baserà l’eventuale decisione di ‘riaprire’ il processo a Brescia. Solo dopo un’attenta analisi dei nuovi elementi raccolti, la Corte bresciana deciderà se sospendere la pena a 16 anni di carcere inflitta a Stasi – detenuto da un anno a Bollate – e rifare il processo oppure rigettare la richiesta di celebrare un nuovo giudizio.
Nel caso, si tratterebbe del sesto processo contro l’allora fidanzato di Chiara, assolto per due volte e poi condannato in via definitiva dalla Cassazione. Tra gli altri indizi che andrebbero contro il nuovo indiziato ci sarebbero tanti altri particolari prima di ora mai presi in considerazione: cinque giorni prima del delitto, Sempio avrebbe chiamato la vittima (che sapeva essere a casa da sola) due volte in 24 ore, in precedenza aveva chiamato quel numero di casa Poggi solo due volte in sei mesi. Sempre Sempio, 14 mesi dopo l’omicidio, senza che nessuno gli chiedesse niente, aveva portato ai carabinieri lo scontrino di un parcheggio di Vigevano (16 chilometri da Garlasco) della mattina del 13 agosto, forse nel tentativo di fornire un alibi. Inoltre c’è la cella telefonica vicina a casa di Chiara che aggancia il suo cellulare la mattina dell’omicidio. E il numero di scarpe che corrisponde all’orma trovata sulla scena del delitto. Infine, sempre Sempio viene fotografato mentre va a trovare Chiara all’ obitorio, con i capelli lunghi e castani che potrebbero richiamare quelli trovati sulla scena del delitto e tra le mani di Chiara ma dei quali non fu mai stabilito con certezza a chi appartenessero.
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foto: Ansa