Dopo aver incontrato il Console di Lugano e quello di Basilea nell’ambito del previsto tour nelle sedi delle rappresentanze consolari italiane in Svizzera, una delegazione della SAIG, è stata ricevuta dal Console Generale di Zurigo, Min. Plenipotenziario Giulio Alaimo, il quale ha risposto ad alcune domande.
La prima cosa che è stata chiesta, riguardava la possibilità di una collaborazione tra il Consolato di Zurigo e la SAIG al fine di collocare dei monumenti in riconoscenza alle emigrazioni degli italiani in Svizzera.
Nel Cantone di Ginevra, difatti, da alcuni anni sono stati apposti, su iniziativa della SAIG e su specifica autorizzazione delle istituzioni locali, alcuni monumenti in ricordo dei sacrifici degli italiani in Svizzera.
Il Console Alaimo, che è stato nominato Console Generale a Zurigo soltanto dallo scorso agosto, dopo aver dato il benvenuto e ringraziato la SAIG per la visita, ha riferito di essere ancora in fase di conoscenza di una realtà che comunque è molto ampia, complessa e molto vitale con spiccato spirito di iniziativa. Riconoscere il contributo dei nostri connazionali in questo Paese, continua Alaimo, è quasi un obbligo da parte del Consolato. Contributo allo sviluppo di questo paese che non è solo un contributo economico ma anche culturale, di costume, di enogastronomia, di qualità della vita. Ogni sforzo che vada, dunque, nella direzione di un riconoscimento svizzero di questo nostro ruolo storico, è un’iniziativa che deve essere sostenuta e promossa.
Molte le comunità di connazionali presenti nella sua circoscrizione consolare, come a San Gallo, Wintertour, Lucerna, e ciascuna ha titolo e diritto di avere un monumento che celebri l’italianità. E’ una cosa che si dovrà fare, come di prassi, di concerto con le istituzioni cittadine dei paesi ove questi monumenti potrebbero essere collocati.
Successivamente è stato chiesto al Console, qual è la sua strategia organizzativa, atteso che è da poco arrivato a ricoprire questo ruolo a Zurigo e che da poco è stato soppresso il Consolato di San Gallo con un aumento di competenze a carico di Zurigo. Il Console ha risposto che molti e complessi sono i problemi dal momento che, facendo riferimento anche ai numeri, Zurigo copre buona parte della Svizzera tedesca, con circa 210.000 connazionali iscritte e questo dà la misura dei servizi che devono essere gestiti e che sono aumentati dopo la chiusura del Consolato di San Gallo.
Quali, a questo punto, le soluzioni? Anzitutto molto importante è la riorganizzazione degli uffici onorari. Si tratta di “antenne” sul territorio che non possono svolgere le stesse funzioni del Consolato, ma che possono fare da tramite fra il Consolato e le comunità locali e che non sono vicine a Zurigo.
Secondo poi, vanno promossi nuovi metodi di lavoro. Ad esempio utilizzando i canali telematici, informatici. Quindi il corrispondente consolare deve essere in condizione di interloquire con il Consolato con mezzi telematici per permettere uno scambio di documentazione e di informazioni.
Inoltre sono stati predisposto un account twitter e un profilo Facebook. Il sito del Consolato è molto ricco di informazioni.
Al Console è stato poi chiesto se le molte associazioni presenti a Zurigo possano concretamente rappresentare un mezzo di comunicazione con il Consolato e trasmettere la vicinanza delle istituzioni italiane ai concittadini lontani. Il Console ritiene che certamente tali comunità possano rappresentare un trait d’union importante, soprattutto quando si tratta di realtà molto attive. Importante il ruolo del COMITES, che, come rappresentanza eletta, anche istituzionalmente è chiamata a farsi interprete delle esigenze della comunità.
Carmelo Vaccaro ha, poi, affrontato il tema dell’emigrazione vecchia e nuova, delle diverse esigenze, delle diverse età e dei diversi contesti, sociali e storici, in cui si muovono gli emigrati, chiedendo come il Console pensa di organizzarsi per andare incontro a tutte queste diversificate ma egualmente importanti esigenze.
Il Console ha fatto, preliminarmente una differenza tra l’emigrazione storica, con la quale ci si misura in maniera tradizionale perchè la si conosce meglio e perchè si tratta di una comunità che è piu’ abituata a rivolgersi al Consolato. Poi esiste tutto un mondo di nuovi arrivi che invece sfugge completamente, semplicemente perchè i nuovi emigrati non si recano al Consolato. Non ci sono dati ufficiali ma solo stime secondo le quali arriverebbero nella sola città di Zurigo almeno 100 persone al mese, che quasi mai si iscrivono all’AIRE. Si tratta di dati che arrivano dalla municipalità di Zurigo alla quale i nuovi arrivati si rivolgono piuttosto che annunciarsi al Consolato. A questa comunità locale vengono richiesti corsi di lingua, orientamento professionale o assistenza, nel senso tradizionale se le cose non vanno bene.
La municipalità di Zurigo organizza un evento molto importante, nella metà del mese di dicembre, dedicata ai nuovi arrivati italiani, dando indicazioni di carattere informativo mirate proprio ai nostri connazionali.
L’ultima domanda, come anche per gli altri Consoli intervistati, ha riguardato la questione relativa alla possibile futura apertura di un tavolo di discussione tesa al miglioramento dell’attuale normativa sulle rappresentanze elette all’estero (CO.MI.TES e CGIE) per meglio adattarla alle moderne esigenze degli italiani residenti all’estero e per fare in modo che tale rappresentanza sia presente in maniera più uniforme e meglio distribuita. La problematica sarebbe capire se le rappresentanze in Svizzera potrebbero, secondo il suo parere, collaborare ad una tale riforma dando l’impulso affinché le parti interessate e competenti possano arrivare una normativa più adeguata.
Il Console ha innanzitutto ricordato che la normativa sulla rappresentanza ha visto tre momenti, tre leggi che si sono succedute negli anni e che indubbiamente hanno creato un impianto che potrebbe in effetti presentare degli aspetti non coerenti. Questo è già un argomento di discussione al quale la rete consolare puo’ dare un suo contributo di riflessione e, laddove si organizzasse un tavolo di discussione, i Consolati sarebbe di certo ben lieti di dare il loro contributo.
C. Vaccaro