È l’India il paese dove il selfie è più “pericoloso”
Morire per un selfie, chi lo avrebbe mai detto. E invece accade anche questo e il fenomeno è diventato talmente diffuso da farne uno studio per mano della Carnegie Mellon University degli Stati Uniti e dell’Indraprastha Institute of Information Technology di New Delhi e da dove ne è venuta fuori la classifica degli scatti estremi che hanno causato la morte dell’autore. Al primo posto si classifica l’India che in soli due anni ha registrato la morte di 76 persone per “selfie estremo”. Al secondo posto della classifica il Pakistan e al terzo posto gli Stati Uniti. Visto la gravità della situazione le autorità in India hanno istituito delle «Non selfie zone» con tanto di cartello per vietare il pericoloso autoscatto in zone non idonee. Il motivo che indurrebbe le persone a dedicarsi alla ricerca dello scatto estremo riguarda il mondo dei social e la necessita di raccogliere più «Mi piace» e commenti di ammirazione nei propri profili. La prima strage verificata in India a causa di un selfie è avvenuta nel 2015. Una ragazza universitaria di ingegneria in gita al lago artificiale di Dharmasagar, nel distretto di Warangal, hanno raggiunto il bordo del bacino per scattare una foto ma è scivolata. I quattro colleghi che erano con lei si sono tuffati nel tentativo di salvarla ma sono annegati tutti. Tra i luoghi più pericolosi scelti come sfondo del proprio selfie si collocano i luoghi molto alti: luoghi dove mettere in mostra la propria forza e il proprio coraggio nella sfida contro la forza di gravità come grattacieli o montagne, per esempio. Ma non meno pericolosi sono i luoghi con acqua, o i mezzi di trasporto in funzione, l’uso delle armi, l’elettricità e la vicinanza non protetta con animali più o meno selvaggi.
Tra gli scopi dello studio c’è la possibilità di creare un’applicazione che possa prevenire il rischio di morte, identificando quando chi vuole scattarsi un selfie è in un luogo pericoloso e inviando un avviso. Fino ad ora l’app ha analizzato circa 3.000 selfie, identificando correttamente i pericoli il 70% delle volte.
Il bisogno e la necessità dello scatto estremo è diventata anche una patologia seria, tanto che ben sei indiani, per lo più giovani, sono in osservazione nei due principali ospedali indiani perché affetti da gravi disturbi psichiatrici legati all’uso compulsivo del cellulare, fenomeno che alcuni definiscono anche ‘selficidio’. Secondo il quotidiano Mail Today che dedica al tema della dipendenza dai selfie in India la sua prima pagina, questi giovani, ricoverati tre nel dipartimento di psichiatria Aiims e altri tre nel Sir Ganga Ram Hospital, soffrono di un disordine compulsivo ossessivo che ha avuto origine dal loro bisogno di mettersi in posa davanti allo smartphone. “Avevano sviluppato una patologia conosciuta come ‘disordine dismorfico del corpo’ (continuo pensiero ad un proprio difetto fisico, ndr.) che li ha portati ad un disordine compulsivo ossessivo” spiega lo psichiatra Nand Kumar dell’Aiims. I sintomi di questo disordine sono così sottili che molti di coloro che usano continuamente il cellulare per ritrarsi in ‘selfie’ non si rendono conto del perché poi si sentano depressi e disorientati. Inoltre, secondo l’Associazione psicologica americana (Apa), pare che circa il 60% delle donne che soffrano di questa patologia ossessiva senza rendersene conto.
Nel 2015 in Russia è stata creata una brochure dopo che una 21enne di Mosca accidentalmente si è sparata alla testa lo scorso maggio, mentre posava per un selfie con una pistola.
“Safe Selfies” illustra quindi le pose da evitare, essenzialmente che mettono a rischio la vita delle persone. Tra le situazioni pericolose, selfies con gli animali, sui tetti e con cavi sotto tensione esposti.