Una nuova classe di dirigenti e nessuna fretta per il voto: sono queste le affermazioni di Renzi nella sua prima intervista ufficiale dopo le dimissioni
La sconfitta al referendum “brucia, eccome”, afferma apertamente Matteo Renzi, ma è deciso a ripartire dagli errori per rilanciare il Pd. In una lunga intervista rilasciata dall’ex premier a La Repubblica ripercorre quelli che sono stati i limiti del suo governo e gli errori personali, come quello di non comprendere il valore politico del referendum del 4 dicembre. “Mi sono illuso che si votasse su province, Cnel, regioni. Errore clamoroso. In questo clima la parola riforma è suonata vuota, meccanica, artificiale. Nel 2014 il Paese sapeva di essere a rischio Grecia, l’efficienza aveva presa, funzionava perché serviva. Tre anni dopo avrei dovuto metterci più cuore, più valori, più ideali. Insomma, meno efficienza e più qualità”.
Un accenno è andato anche al caso Etruria che “ci è costato molto”, afferma Renzi che non vede l’ora che la commissione di inchiesta faccia la dovuta chiarezza. “Abbiamo fatto tutto quello che andava fatto. Abbiamo commissariato la banca, mandato a casa gli amministratori compreso il padre della Boschi, Etruria è l’unica banca sanzionata due volte, ci sono indagini della magistratura e ci saranno processi: vedremo chi sarà condannato e chi no”, ha detto l’ex premier. “Non vedo l’ora che parta la commissione di inchiesta per fare chiarezza sulle vere responsabilità, dai politici ai manager ai controllori istituzionali”, ha aggiunto.
Tra i suoi limiti ammette che “il mancato rinnovo della classe dirigente” è stato il più penalizzante. “Idee nuove e amministratori vecchi? Sbagliato, non funziona. Togliere le ecoballe è importante, ci mancherebbe. Ma più ancora aprire il Pd a facce nuove. Voglio farlo”. Infatti il primo segretario del partito democratico non ha alcuna intenzione di ritirarsi dalla politica, ma anzi ripartire dai suoi errori per ripartire: “ho pensato che solo il vigliacco scappa nei momenti di difficoltà. Ho ripensato alle migliaia di lettere ricevute, al desiderio di futuro espresso da milioni di persone. La nostra battaglia è appena incominciata” spiega Renzi, “uno ritrova la voglia e riparte”. Nel Pd “adesso – aggiunge – c’è da fare. Lanceremo una nuova classe dirigente, gireremo in lungo e largo l’Italia, scriveremo il programma dei prossimi cinque anni in modo originale. Siamo ammaccati dal referendum ma siamo una comunità piena di idee e di gente che va liberata dai vincoli delle correnti. Ci sarà da divertirsi nei prossimi mesi dalle parti del Nazareno”.
E per quanto riguarda la possibilità di andare presto alle urne Renzi palesa di non avere alcuna fretta in merito. Andare presto al voto, spiega il primo segretario “mi è assolutamente indifferente. Io non ho fretta, decidiamo quel che serve all’Italia, senza ansie ma anche senza replicare il 2013 dove abbiamo pagato un tributo elettorale al senso di responsabilità del Pd”.
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