Bilancio del ministro al ritorno da una lunga missione
TUNISI – “Abbiamo in primo luogo rilanciato il ruolo dell’Italia in tutti i principali paesi dell’Africa orientale. Abbiamo riposizionato i nostri interessi strategici, quelli politici e quelli economici”. E’ il bilancio tracciato dal ministro degli Esteri Franco Frattini al suo ritorno da una lunga missione nel continente africano che ha toccato sette Paesi (Mauritania, Mali, Etiopia, Kenya, Uganda, Egitto, Tunisia).
“Abbiamo dimostrato – ha spiegato il titolare della Farnesina – che l’Italia può essere protagonista in dossier che ormai riguardano l’intera comunità internazionale: la sicurezza in Somalia, la lotta al terrorismo, la questione immigrazione”.
Molti i temi affrontati da Frattini nella fittissima serie di colloqui avuti con le massime autorità dei Paesi visitati – presidenti, primi ministri, ministri degli esteri e titolari di molti dicasteri – dai più generici rapporti bilaterali a questioni di grande attualità. In primo luogo la vicenda dei due italiani rapiti in Mauritania, lo scorso dicembre e per la liberazione dei quali sono in corso intense trattative, anche se il ministro – come ribadito più volte – ha seguito la linea della riservatezza e non ha fornito alcun dettaglio per tutelare l’incolumità degli ostaggi nelle mani delle Cellule di al Qaeda nel Maghreb islamico. Ma anche del piccolo ‘incidente’ diplomatico tra Italia ed Egitto con lo scambio di critiche e accuse dopo la strage dei cristiani a Nagaa Hamadi e i fatti di Rosarno, che si sono risolti con una chiarificazione che non ha intaccato gli ottimi rapporto tra i due Paesi.
“Abbiamo dimostrato ai Paesi africani che li consideriamo come interlocutori politici”, ha tenuto a sottolineare Frattini, precisando: “Questo è un messaggio politico che tutti hanno molto apprezzato”.