Sono tutti ragazzi tra i 14 e i 16 anni le vittime del grave incidente sull’autostrada nei pressi di Verona. Tornavano da una gita in Francia
Un terribile disastro si è verificato sull’autostrada italiana dove un bus ungherese, in transito dopo una gita scolastica, ha preso fuoco dopo essersi scontrato contro un pilone dell’autostrada A/4, nella notte tra il 20 e il 21 gennaio. Avvenuto in prossimità dell’uscita di Verona Est, nel territorio del comune di San Martino Buon Albergo, il grave incidente del bus ha riportato un pesante bilancio di 39 feriti e 16 vittime, tutte giovanissime tra i 14 e i 16 anni. Sul mezzo viaggiavano in tutto 55 persone, insegnanti e studenti di un Liceo classico di Budapest, stavano rientrando da una gita scolastica in Francia.
I feriti sono stati distribuiti nei vari ospedali di Verona. Sul posto sono intervenuti subito vigili del fuoco, polizia e sanitari del 118 a cui si è presentata una scena raccapricciante con alcuni corpi che erano sbalzati fuori dal mezzo nell’impatto e molti corpi erano così carbonizzati che è stato difficile identificarli.
Testimonianza di un automobilista: “scene disumane”
A raccontare gli attimi immediatamente dopo l’incidente è un testimone, un automobilista che seguiva l’autobus ma che per fortuna non è stato coinvolto nell’incidente. “Ho visto gente che bruciava viva, sono immagini terribili che non potrò mai dimenticare – ha raccontato l’uomo – Sono sceso e mi sono diretto a piedi per vedere se ci fosse bisogno di aiuto. Si sentiva urlare le persone si mettevano le mani nei capelli. C’erano un paio di corpi che bruciavano, ancora vivi”.
“C’erano altri corpi che erano stati sbalzati fuori dal pullman – prosegue il testimone -, ragazzi che erano usciti dal finestrino, in maniche corte, urlavano disperati in preda al terrore. Scene disumane”.
Il professore eroe: salva molti ragazzi ma i figli muoiono
Il professore di educazione fisica Gyorgy Vigh, dopo essersi messo in salvo, è rientrato nel mezzo più volte per tirare fuori ad una ad una altre persone. A bordo del mezzo, insieme al professore Gyorgy vi era la moglie Erika che purtroppo ha assistito alla morte della figlia Laura, e più tardi è morto anche il figlio Balazs, entrambi nel bus.
“È stato ricoverato in ospedale per ustioni profonde sulla schiena” ha riferito Judit Timaffy, console generale d’Ungheria a Milano che lo ha incontrato: “Mi ha raccontato di aver visto alzarsi le fiamme, l’abitacolo del pullman subito invaso da un denso fumo”. “Il docente – ha ricordato la console – ha riportato ustioni e lesioni. È entrato più volte in autobus per salvare più vite possibile”. Vigh, infatti, sarebbe rientrato nel mezzo anche per cercare i figli e poi ha continuato a gridare ‘Laura’ ‘Balazs’ prima di essere soccorso e portato all’ospedale.
Omicidio colposo plurimo stradale
La procura della Repubblica di Verona ha aperto un fascicolo contro ignoti con reato di omicidio colposo plurimo sull’incidente. La procura veronese, nel rispetto delle questioni giudiziarie legate a quella che si annuncia come un’inchiesta complessa per stabilire le cause e le eventuali responsabilità dell’incidente, ha espresso piena disponibilità a incontrare i familiari e le autorità ungheresi. Le dinamiche dell’incidente non sono chiarissime, tutte le ipotesi riguardo le cause sono aperte, tra le quali un possibile malore del conducente o un problema meccanico al pullman, eventualità quest’ultima avvalorata dalla testimonianza di un camionista che ha riferito alla polizia di aver notato un problema a una delle ruote del bus. Intanto i superstiti sono rientrati a casa dall’Italia già nella giornata di domenica 22 gennaio accompagnati dai parenti e i genitori accorsi dall’Ungheria.
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foto: Ansa