Una patologia difficile da diagnosticare che colpisce migliaia di persone
La malattia misteriosa: detta anche encefalomielite mialgica, un recente rapporto dell’Institute of Medicine (IOM) la definisce una malattia ‘sistemica, complessa, cronica e grave’, caratterizzata da una profonda stanchezza, alterazioni del sonno, dolore e altri sintomi che peggiorano dopo uno sforzo di qualsiasi tipo.
In sostanza chi è colpito dalla CFS (Chronic Fatigue Syndrome) si sente esaurito e stanchissimo, di una stanchezza estrema che rende difficile dedicarsi alle normali attività quotidiane come ad esempio vestirsi, fare la doccia o mangiare. Anche se si dorme o ci si riposa, la stanchezza non scompare: addirittura, nei casi più estremi può aumentare anche quando, semplicemente, si pensa.
A soffrirne sono circa cinquecentomila italiani, (1 milione gli americani), che da un lato vivono il disagio che consegue a questo stato in tutto e per tutto patologico, dall’altro quello di non riuscire a spiegare bene quello che succede a chi sta loro intorno: si tratta infatti di una sindrome molto discussa: non si sa bene da cosa sia provocata né come diagnosticarla o curarla. Spesso alla prima visita i malati descrivono la malattia come un’influenza cronica visto che i sintomi sono quelli. “Vedendo questi pazienti però è chiaro che non si tratta di un problema della psiche. Anzi. Un depresso ha tutte le possibilità di essere attivo, ma non ne ha desiderio. Un paziente con Cfs invece avrebbe voglia di uscire, studiare, avere una vita sessuale normale, ma non ha le forze”, spiega Umberto Tirelli, direttore del dipartimento di Oncologia Medica del Cro di Aviano, tra i primi ad occuparsene. In effetti ad oggi non ci sono test di laboratorio per diagnosticare la patologia in esame e, dopo avere escluso con tutti i possibili esami le patologie conosciute con sintomi comuni, se questi permangono per oltre sei mesi si comincia a parlare di sindrome da affaticamento (o stanchezza) cronica.
Una ricerca della University of California di San Diego su Pnas suggerisce un metodo diagnostico con un semplice test del sangue con risultati che hanno permesso un’ulteriore ipotesi: i sintomi potrebbero derivare da una risposta anomala dell’organismo a diverse fonti di stress, che spingerebbe le cellule ad un rallentamento metabolico. “Probabilmente la malattia ha un ombrello di cause diverse”, commenta Tirelli. Una delle più condivise è che la Cfs sia legata ad un malfunzionamento del sistema immunitario. Spesso infatti la sindrome si scatena in seguito a un’infezione, ma in due decenni di ricerche nessuno è ancora riuscito ad isolare un microrganismo specifico che ne sia responsabile.