Renzi: “chi perde il giorno dopo dia una mano, non lasci da solo chi vince le primarie”
La direzione del Partito democratico riunito lunedì scorso ha approvato l’ordine del giorno di maggioranza per avviare subito, con un’assemblea che si svolgerà tra sabato e domenica, il congresso del partito. Con 107 sì, 12 contrari e 5 astenuti si approva dunque la relazione di Renzi e si invita il presidente a convocare l’Assemblea per avviare l’iter fino al congresso da svolgersi con le stesse regole del 2013. A firmare l’odg Mirabelli (Areadem), Ermini e Marcucci (renziani), Paris (giovani turchi), Campana (area di Maurizio Martina).
“Facciamo il congresso – afferma il segretario del partito – e chi perde il giorno dopo dia una mano, non scappi con il pallone, non lasci da solo chi vince le primarie, non faccia quanto avvenuto a Roma”. Il congresso si terrà con le stesse regole dell’ultima volta, il 2013, in questo modo “si chiude un ciclo alla guida del Pd”, ha detto l’ex premier. “Ho fiducia nella nostra gente. Penso che un punto vada messo: non io, non noi, ma l’assemblea che è sovrana…Va bene tutto ciò che serve per creare un clima per sentirsi a casa, ma quando si ha paura di confrontarsi con la propria gente con le modalità dell’ultimo congresso io credo che l’ennesimo passo indietro non sarebbe capito neanche dai nostri. Andiamo al congresso con il sorriso sulle labbra, così saremo un partito ancora più democratico, se altri vogliono farsi governare da un algoritmo è un problema loro”.
E per quanto riguarda il concetto di scissione è chiaro: “Il Pd è il più grande partito della sinistra europea. E cosa fa? Discute di una scissione sulla base di questo: se il segretario non fa il congresso prima delle elezioni, ci sarà la scissione”, si lamenta Renzi e suggerisce di discutere “su due linee e poi magari ci dividiamo ma non ho mai pensato a una scissione sul calendario – riferendosi alle opposizioni dem – Mi sembra un ricatto morale e a me non piacciono i ricatti morali ma credo che sia buon senso da parte di chi ha la responsabilità di una comunità accettare l’invito a fare il congresso prima delle elezioni”, aggiunge. “Io non voglio la scissione e se la voglio sia sulla base di opinioni diverse, senza l’alibi del calendario”. Inoltre “agli amici e compagni della minoranza dico: mi spiace se costituisco il vostro incubo, ma voi non sarete mai i nostri avversari, per noi gli avversari sono fuori da questa stanza”.
Per quanto riguarda le elezioni Renzi afferma che non si avverte alcuna urgenza di andare al voto: “Il congresso del Pd non si fa per decidere quando si va alle elezioni politiche: prima o poi si andrà a votare. Il congresso serve per essere pronti quando ci sarà il voto”. Infine l’ex premier non ha mancato di elencare i suoi successi: “Ho preso un partito al 25% e l’ho portato al 40,8%. Ho dato una casa europea al Pd, inserendolo nel Pse. Ma ora si chiude il ciclo. E chi perde rispetta l’esito del voto. Io non dico andate, dico venite, confrontiamoci, vediamo chi ha più popolo”. Chi è pronto a candidarsi come segretario è Michele Emiliano tanto che afferma chiaramente che “quella di candidarmi alla segreteria è una cosa che sento di fare, necessaria”, dice, ma avvisa anche che “un congresso ad aprile senza conoscere la legge elettorale, senza sapere quante sezioni sono commissariate e con la Pasqua in mezzo è una di quelle cose è una di quelle cose che fa rischiare la scissione”.
Il presidente della Regione Puglia parlando di Renzi sostiene di aver creduto di essere di fronte a chi “rappresentasse un cambiamento netto, ma ho iniziato a pensare che qualcosa non andava quando quelli che nella mia terra erano contro di me dopo un po’ erano al tuo fianco, ma tu non eri più al mio fianco per cambiare”.
[email protected]
foto: Ansa