La città siciliana, scelta dal Ministero dei Beni Culturali per il 2018, ha sbaragliato la concorrenza di molte altre città tra cui Alghero e Recanati
Appassionati di cultura? E allora farete bene ad iniziare a programmare un viaggio nella calda Sicilia per il prossimo anno. Scegliendo tra molte altre città belle e ricche di storia, tra le quali Alghero, Aquileia, Comacchio, Ercolano, Montebelluna, Recanati, Settimo torinese, Trento e l’Unione comuni elimo-ericini (Buseto Palizzolo, Custonaci, Erice, Paceco, San Vito Lo Capo e Valderice), la giuria presieduta da Stefano Baia Curioni, docente di economia della cultura, ha infatti designato con voto unanime Palermo come Capitale italiana per la Cultura per il 2018.
Sull’ampia rosa di partecipanti il ministro ha spiegato come questa competizione virtuosa generi “un meccanismo di partecipazione condivisa. Essere nella short list è un po’ come ricevere una nomination all’Oscar: consente di lavorare molto anche in termini di progettazione e promozione”.
L’iniziativa di selezionare ogni anno la “Capitale italiana della cultura”, si propone tra gli altri obiettivi di sollecitare le città e i territori a considerare lo sviluppo culturale quale paradigma del proprio progresso economico, di valorizzare i beni culturali e paesaggistici, di migliorare i servizi rivolti ai turisti, sviluppare le industrie culturali e creative e favorire processi di rigenerazione e riqualificazione urbana. Nel 2015, in prima applicazione del provvedimento, il titolo è stato conferito ex aequo alle cinque finaliste del bando per la Capitale europea della Cultura 2019 (Lecce, Siena, Cagliari, Perugia-Assisi e Ravenna) e nel 2016 alla città di Mantova. Per il 2019 niente competizione, perché sarà l’anno di Matera Capitale della Cultura europea. “Ricominceremo nel 2020 e poi il Paese non si fermerà più perché di città, comuni o borghi in grado di essere Capitale ce ne sono veramente infiniti”, ha concluso il ministro Franceschini.
La città siciliana riceverà il testimone da Pistoia, la città italiana della Cultura per l’anno in corso. “La candidatura è sostenuta da un progetto originale, di elevato valore culturale, di grande respiro umanitario, fortemente e generosamente orientato all’inclusione alla formazione permanente, alla creazione di capacità e di cittadinanza, senza trascurare la valorizzazione del patrimonio e delle produzioni artistiche contemporanee. Il progetto è supportato dai principali attori istituzionali e culturali del territorio e prefigura a interventi infrastrutturali in grado di lasciare un segno duraturo e positivo. Gli elementi di governance, di sinergia pubblico-privato e di contesto economico, poi, contribuiscono a rafforzarne la sostenibilità e la credibilità”, si legge nella motivazione della giuria del ministero. La città avrà dunque i fari puntati per tutto il corso del 2018 e, piacere ed onore del titolo a parte, riceverà anche un contributo di 1 milione di euro e l’esclusione delle risorse investite nella realizzazione del progetto dal vincolo del patto di stabilità.
Il sindaco, (che ha definito Palermo ‘città dell’accoglienza e dei diritti”), ha espresso la sua soddisfazione in un tweet che sottolinea il ruolo di Palermo come “capitale del dialogo e dell’arricchimento tra culture”. I dodici mesi da capitale della cultura coincideranno con “Manifesta 12”, la biennale europea nomade di arte contemporanea che dopo San Pietroburgo e Zurigo approderà a Palermo il prossimo anno. Protagonista, ovviamente, il Teatro Massimo, illuminato con i colori del tricolore in onore dell’annuncio e che per il 2018 ha già in cartellone spettacoli quali il Rigoletto di Verdi, la Turandot di Puccini, il balletto Adam’s passion con la regia di Bob Wilson, ma anche la performance del coro multietnico “Arcobaleno”.
Nei Cantieri culturali alla Zisa scandagliati temi quali migrazioni nel Mediterraneo (col festival delle letterature migranti) e le tradizione religiose, a partire dal festino di santa Rosalia. E per l’occasione sembra che la città si regalerà anche una nuova rete tramviaria.