Renzi: “Non potete immaginare di chiedere a chi si dimette per fare il congresso di non candidarsi per evitare la scissione non è una regola democratica”
A forza di dirlo la scissione arriva. Pare proprio essere ad un passo dalla scissione il Pd e molti lo imputano al fatto che Renzi ha deciso di non fare nessun passo indietro, di rimanere fermo nelle sue decisioni. Durante l’assemblea di partito tenuta la scorsa domenica 19 febbraio, presso i locali dell’hotel del Parco dei Principi, Matteo Renzi ha formalizzato le dimissioni da segretario di partito e si è concesso un discorso davanti ai più di 600 delegati intervenuti, dove lasciava poco spazio alla minoranza e incalzava sul da farsi “perché fuori di qui ci stanno prendendo per matti” e quindi “fermiamoci e rispettiamoci” ha , ma “si discuta oggi, poi ripartiamo”.
Per Matteo Renzi la scissione del partito “non ha senso” afferma fortemente durante il suo intervento, ma questo non vuol dire che bisogna sottostare a certi ricatti, perché “scissione è una brutta parola, ma peggiore c’è solo ricatto. Non è accettabile che si blocchi un partito sulla base di un diktat di una minoranza”. L’ex premier, che ha ribadito la volontà di andare al congresso, ha sostenuto che all’interno del Pd tutti devono sentirsi “liberi di discutere ma se in tutte le settimane c’è un’occasione di critica, se per tre anni si è pensato che si stava meglio quando si stava peggio, io non dico che siamo nemici né avversari ma dico ‘mettetevi in gioco’, non continuate a lamentarvi ma non potete immaginare di chiedere a chi si dimette per fare il congresso di non candidarsi per evitare la scissione non è una regola democratica”.
“Non si può chiedere a una persona di non candidarsi perché solo questo evita scissione. Avete il diritto di sconfiggerci, non di eliminarci” ha aggiunto Renzi che ha altresì confermato il sostegno al governo Gentiloni. All’assemblea ha preso parola anche Veltroni che ha lanciato una sorta di appello: “da molto tempo – ha evidenziato Walter Veltroni – non partecipo alle riunioni degli organismi del partito, le mie scelte di vita mi hanno spinto a decidere così, era e sarà giusto così ma prendo pochi minuti per dire quanto mi sembra sbagliato quanto sta accadendo e per rivolgere un appello a tutti perché non si separi la loro strada da quella di tutti noi. Lo faccio non usando l’argomento tradizionale dell’invito all’unità ma dicendo ai compagni e agli amici che delle loro idee, del loro punto di vista il Pd ha bisogno”.
Dopo aver ascoltato il discorso di Renzi e degli esponenti di maggioranza, la minoranza resta sulle sue posizioni e non vedono da parte del vertice dem una “volontà di unire”, anzi per molti di loro “è ormai chiaro che è Renzi ad aver scelto la strada della scissione assumendosi così una responsabilità gravissima”. In modo particolare sono Michele Emiliano, Enrico Rossi e Roberto Speranza ad esprimersi in questi termini affermando di aver “atteso invano un’assunzione delle questioni politiche che erano state poste, non solo da noi, ma anche in altri interventi di esponenti della maggioranza del partito. La replica finale non è neanche stata fatta”. Durante l’assemblea però solo Guglielmo Epifani ha preso parola mentre la minoranza è rimasta in sala ad ascoltare gli interventi. Per ora nessuna dichiarazione ufficiale.
Nel frattempo le regole del partito, una volta che Matteo Renzi ha rassegnato le dimissioni da segretario del Pd, era possibile presentare le candidature direttamente durante l’assemblea, ma non ne sono pervenute, per cui partirà automaticamente il congresso anticipato. Lo annuncia il presidente Matteo Orfini. E aggiunge che nei prossimi giorni fisserà la direzione che nominerà la commissione per il congresso.
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