Il caso di Dj Fabo ha riacceso la discussione sull’eutanasia, mentre la gente sceglie di morire altrove, la legge sul Biotestamento subisce numerosi rinvii e tarda ad arrivare in Aula
Da 11 anni in Italia è accesso il dibattito sulla legge sul Biotestamento, ogni tanto la discussione si affievolisce e poi compaiono casi come quelli di Dj Fabo, il quarantenne che a causa di un incidente era diventato tetraplegico e cieco da più di 2 anni, che ha chiesto di poter morire in Italia, a casa sua, ma che è dovuto arrivare fin qui, in Svizzera.
Qui ha potuto usufruire dei servizi che associazioni come Dignitas ed Exit offrono, come l’accompagnamento ad una morte dolce. A Fabiano Antoniani, nome completo di Dj Fabo, è stato rifiutato di poter scegliere la sua fine, prima di lui altri casi celebri come Piergiorgio Welby, morto nel 2006, e Eluana Englaro, morta nel 2009.
Continui rinvii
In Italia, purtroppo, la legge sul Biotestamento viene continuamente rinviata. L’ultimo rinvio è stato spostato al 6 marzo, esattamente un anno dopo da quando la discussione è iniziata.
La discussione sulle diverse proposte è andata avanti a lungo finché lo scorso 7 dicembre è stato elaborato un testo basato sui provvedimenti depositati che introduce i Dat, le disposizioni anticipate di trattamento.
In base al DAT “ogni persona maggiorenne e capace di intendere e di volere, in previsione di una propria futura incapacità di autodeterminarsi può, attraverso disposizioni anticipate di trattamento («DAT»), esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari nonché il consenso o il rifiuto rispetto a scelte terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari ivi comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali. Può altresì indicare una persona di sua fiducia («fiduciario») che ne faccia le veci e lo rappresenti nelle relazioni con il medico e con le strutture sanitarie e prevede che il paziente possa rifiutare anche la nutrizione e l’idratazione artificiale”.
In altre parole, attraverso delle dichiarazioni anticipate il paziente si può esprimere in tempo sul trattamento che riceverà in caso di condizioni estreme. Al ddl sul testamento biologico erano stati inizialmente presentati 2800 emendamenti, da questi ne sono rimasti 288, ma ha subito un primo rinvio da gennaio al 16 febbraio, e infine subisce l’ennesimo rinvio il 27 febbraio, quando “per motivi tecnici” viene rimandato tutto ai primi di marzo.
Cosa succederà quando il testo riuscirà ad approdare in Aula?
Non è detto che una volta che arrivi in Aula il peggio sia superato. L’area cattolica di maggioranza, infatti, con i deputati di Ap in testa, non condivide alcune norme del testo base sul Biotestamento.
Con loro anche i deputati della Lega e altre forze del Centrodestra. Per questa parte contraria, ci deve essere “un’ulteriore e approfondita pausa di riflessione” che ne comporterà ancora un rinvio. “Bisogna dare al medico la possibilità di scelta e non renderlo schiavo di questa legge omissiva. Così come l’idratazione e la nutrizione artificiale vanno intese come trattamenti vitali e non come terapia” afferma Alessandro Pagano della Lega-Noi con Salvini.
A favore del provvedimento, invece, Pd, M5S e Sinistra italiana.
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foto: Ansa