Gentiloni: “Impegno sociale priorità Governo”
È partito il Piano nazionale contro la povertà dopo il via libera definitivo del Senato al disegno di legge delega che introduce il reddito di inclusione. Il provvedimento è stato approvato con 138 sì, 71 no e 21 astenuti. “Approvata la legge sulla #povertà. Un passo avanti per venire incontro alle famiglie in difficoltà. Impegno sociale priorità del Governo” è il tweet del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni che ha accolto molto positivamente la legge sulla povertà.
In questo modo si potrà applicare la prima misura nazionale di contrasto destinata ad assicurare un sostegno economico al 24,5% dei nuclei familiari che risultano al di sotto della soglia di povertà. Un decreto attuativo stabilirà la soglia che darà diritto a tale sostegno e le modalità di erogazione. Tra gli obiettivi, il riordino delle misure per l’assistenza agli indigenti e l’introduzione del reddito di inclusione, finalizzato a sostenere le famiglie in povertà assoluta. “Siamo molto soddisfatti per l’approvazione del ddl sulla povertà” afferma il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, arrivando al Cnel. Poletti ha spiegato che le risorse stanziate sono di 2 miliardi di euro per il 2017 e altrettanti per il 2018, con i quali si potranno aiutare circa 2 milioni di persone. “Oggi è una giornata importante – ha detto il ministro – il Paese non ha mai avuto uno strumento a valenza universale come questo”. Poletti ha assicurato che il decreto di attuazione sarà approvato “molto rapidamente, in modo che la delega venga attuata nelle prossime settimane”.
“Le risorse sono quelle già stabilite in bilancio, e cioè 2 miliardi per il 2017 e altrettanti per il 2018. Ovviamente noi lavoriamo perché vengano incrementate”. Con queste risorse, secondo il ministro, si sarà in grado di raggiungere 4 milioni di italiani, e non 2 milioni come precedentemente detto. A breve – ha spiegato in ministro – grazie alla maggiore disponibilità di risorse sarà emanato un decreto che amplierà la platea di beneficiari raggiungendo oltre 400 mila nuclei familiari, per un totale di 1 milione e 770 mila persone”.
E i 400 euro al mese, saranno elevati a circa 480 euro estendendo i requisiti di accesso. “Con la legge che approviamo oggi nasce il reddito di inclusione, la prima misura nazionale di contrasto alla povertà, con un’ottica che ribalta l’assistenzialismo e prevede, accanto all’assegno, il sostegno all’inclusione sociale e lavorativa – sostiene Annamaria Parente, capogruppo del Pd nella Commissione Lavoro, relatrice al disegno di legge sulla povertà – È una giornata storica, l’Italia cessa di essere l’unico Paese europeo a non prevedere un aiuto alle famiglie e alle persone in povertà assoluta”.
Il reddito di inclusione
Il reddito di inclusione (Rei), che prenderà il posto del sostegno per l’inclusione attiva sotto forma di carta prepagata (Sia) è uno strumento soggetto a un monitoraggio stretto da parte di una “cabina di regia” nazionale. La misura è articolata in un beneficio economico e in una componente di servizi alla persona, assicurati dalla rete dei servizi e degli interventi sociali.
Il sostegno economico ha un limite di durata, ma può essere rinnovata se la situazione di povertà rimane invariata. Il reddito di inclusione ha come priorità le famiglie con bambini in povertà assoluta. Si accede al Rei con un Isee non superiore ai 3mila euro associato a un livello di reddito effettivo disponibile che sarà fissato nel decreto legislativo, un aiuto che scatterà solo con l’adesione del capofamiglia a un progetto personalizzato di attivazione e inclusione sociale e lavorativa predisposta dall’ente locale. A fine 2017 il Rei dovrebbe arrivare a circa 400mila famiglie e avrà un valore simile al Sia, fino a un massimo di 400 euro al mese.
Sarà poi il decreto attuativo a stabilire se sarà erogato sotto forma di carta prepagata o in altre modalità.