Nuove basi legali, piani d’azione, de-radicalizzazione e altro per combattere il terrorismo
Secondo il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC), la minaccia terroristica resta elevata in Svizzera così come nel resto dell’Europa, si legge in un comunicato dell’Ufficio federale di polizia fedpol. Questa minaccia non sarebbe destinata ad affievolirsi, malgrado le perdite territoriali subite dallo “Stato islamico”, la cui propaganda continua a dispiegare i propri effetti. Il rischio di attentati per il Paese può derivare da persone di ritorno dalla jihad oppure da persone radicalizzate rimaste in Svizzera.
Cosa fa la Svizzera?
Nel rapporto TETRA, che racchiude informazioni delle varie autorità intorno alla lotta al terrorismo in Svizzera, fedpol sottolinea come “la lotta al terrorismo va considerata in un contesto globale” e quindi “la Svizzera si adopera su questo fronte anche a livello internazionale, ad esempio sostenendo l’attuazione della Strategia globale antiterrorismo dell’ONU sin dalla sua adozione nel 2006 nonché il Piano d’azione per prevenire l’estremismo violento (PVE) presentato dall’ONU all’inizio del 2016”.
Così un piano d’azione svizzero riguarda la politica estera per prevenire l’estremismo violento e promuove numerosi progetti all’estero intesi a impedire che gruppi a rischio (p. es. i giovani) possano imboccare la strada dell’estremismo o del terrorismo.
Ma come si fa a lottare contro l’estremismo violento? Secondo fedpol “il modo più efficace per contrastare il terrorismo è bloccare il processo di radicalizzazione sul nascere”. Così la Rete integrata Svizzera per la sicurezza starebbe elaborando il Piano d’azione nazionale contro la radicalizzazione e l’estremismo violento, che intende proporre un pacchetto di misure concrete e praticabili per impedire e contrastare ogni forma di radicalizzazione. Verrà inoltre affrontata anche la questione della de-radicalizzazione.
Le misure
Fedpol scrive come tra le misure ci siano il rafforzamento della disposizione dell’articolo 260ter del Codice penale sul sostegno a organizzazioni criminali. Inoltre sarebbero in fase di elaborazione le basi legali per potenziare le misure di polizia disponibili al di fuori di un procedimento penale, quali l’obbligo di presentarsi a un posto di polizia, il ritiro dei documenti d’identità nonché la possibilità per fedpol di segnalare persone sospette nel sistema d’informazione Schengen (SIS) ai fini di una sorveglianza discreta.
Inoltre nonostante il contributo fornito da TETRA, l’esperienza ha dimostrato che lo scambio d’informazioni tra le autorità preposte all’esecuzione delle pene e le autorità di perseguimento penale, di sicurezza e migratorie può ancora essere migliorato. Attualmente sono in corso lavori per ottimizzare i processi e potenziare lo scambio d’informazioni in tale ambito.