14 morti a causa dell’esplosione di un ordigno nella metro di San Pietroburgo: il kamikaze era un 22enne kirghiso che viveva da 6 anni nella città russa
Tanta paura nella metro di San Pietroburgo quando nella mattina di lunedì 3 aprile un’esplosione ha fermato la linea blu della metropolitana. Sarebbe esploso un ordigno artigianale con circa 200-300 grammi di tritolo nel tunnel tra due stazioni, causando almeno 14 morti e una cinquantina feriti.
Le prime notizie sono state diffuse dall’antiterrorismo russo secondo cui la deflagrazione è avvenuta tra la fermata di Sennaya e quella del Tekhnologichesky Institut. Tutte le stazioni della metropolitana di San Pietroburgo sono state chiuse e nella giornata si sono svolte le operazioni di evacuazione. Inoltre, ci sarebbe stato un altro ordigno inesploso, mascherato da estintore, secondo quanto riferisce l’agenzia locale Fontanka, scoperto alla fermata della metropolitana di Piazza della rivoluzione: si trattava di una bomba ben più potente – un chilo di tritolo – di quella usata nel vagone della metropolitana ma di fattura simile, ovvero zeppa di “corpi lesivi” (biglie e chiodi mozzati) utilizzati per massimizzare l’impatto mortifero.
“C’è stata solo un’esplosione, nessun incendio, tutti i morti si trovavano dentro il vagone vicino al luogo dell’esplosione”, ha riferito una fonte a Interfax, smentendo così l’ipotesi di una doppia bomba circolata pochi minuti dopo.
È stato subito messo al corrente dell’accaduto il presidente russo Vladimir Putin che si trovava Strelna, nei pressi di San Pietroburgo, dove aveva in programma un incontro con il presidente bielorusso Alexander Lukashenko. “Stiamo considerando tutte le possibili cause, incluso il terrorismo” ha detto immediatamente Putin sottolineando che le indagini “sono in corso”. In serata Putin è andato a deporre fiori sul luogo dell’attacco. Trump lo ha chiamato esprimendogli le sue condoglianze; i due intendono combattere insieme il terrorismo, afferma il Cremlino.
La procura ha subito parlato di attentato terroristico: “I procuratori – ha detto il portavoce del pg Aleksandr Kurennoi il giorno dell’esplosione – faranno tutto il possibile per precisare tutti i particolari che riguardano questo attentato affinché niente del genere succeda in futuro”. All’indomani dell’attentato l’intelligence del Kirghizistan ha identificato l’autore: sarebbe un 22enne russo di origine kirghisa il kamikaze unico responsabile della tragedia di lunedì scorso. Secondo la stampa britannica, che cita sempre i servizi di sicurezza kirghisi (Gknb), l’attentatore si chiamava Akbarzhon Jalilov, era originario del paese dell’Asia centrale, nato a Osh nel 1995, ma viveva da sei anni nella citta russa.
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foto: Ansa