La Strategia energetica 2050 approvata dal Parlamento sarà in votazione il 21 maggio. Alle urne si prospetta il “semaforo verde” per il progetto
Piace all’elettorato la nuova legge federale sull’energia. Il 61% dei votanti accetterebbe il progetto Strategia energetica 2050 (SE 2050) secondo i dati del primo sondaggio di gfs.bern su mandato della SRG SSR. Contro il progetto l’Unione democratica di centro (UDC) ha lanciato con successo il referendum, sul quale l’elettorato svizzero si esprimerà il prossimo 21 maggio. L’obiettivo della nuova legge federale approvata dal parlamento è garantire un approvvigionamento sicuro e la riduzione delle energie fossili importate. Una strategia ideata da Governo e Parlamento sotto la responsabilità della ministra dell’energia Doris Leuthard nel 2011 dopo la catastrofe di Fukushima e che si pone l’obiettivo di trasformare profondamente il sistema energetico svizzero. Sono tre i punti principali che caratterizzano il progetto.
La nuova legge federale prevede in una prima fase (sulla quale si voterà) la chiusura graduale delle cinque centrali nucleari in Svizzera che producono circa un terzo dell’elettricità nazionale e verranno disattivate al termine del loro ciclo di vita. Inoltre la legge sancisce il divieto di costruire nuove centrali nucleari. Il secondo punto prevede la promozione delle energie rinnovabili (vento, sole, acqua o rifiuti) e il terzo misure per ridurre il consumo di elettricità e aumentare l’efficienza energetica. In una seconda fase si prevedono invece tasse sul clima e sull’elettricità e riscosse su combustibili e carburanti fossili, ma questo progetto pare destinato al fallimento, dopo che il Nazionale ha rifiutato l’entrata in materia.
Un ruolo importante in questo dossier e durante la campagna del voto lo gioca Doris Leuthard che gode di buona credibilità in materia di energia, come risultato dal sondaggio (il 65%). “Fiducia che avrà un forte impatto sulle intenzioni di voto” secondo l’istituto di gfs.bern. La ministra fu la prima a parlare di abbandono al nucleare dopo Fukushima e nello scorso novembre non ha sostenuto l’iniziativa “Per un abbandono pianificato dell’energia nucleare” perché vuole l’abbandono del nucleare in maniera diversa. “La SE 2050 garantirà in futuro un approvigionamento sicuro alla Svizzera” ha detto Leuthard “creerà posti di lavoro e proteggerà il clima”. A livello mondiale il settore dell’energia sta mutando completamente: prezzi bassi e sviluppi di nuove tecnologie e la Svizzera deve considerare quest’opportunità.
Sin dall’inizio, l’UDC si è opposta con veemenza a questa svolta epocale e ha lanciato con successo un referendum contro la nuova legge. Il partito della destra conservatrice è sostenuto da rappresentanti del PLR e di associazioni ombrello del mondo economico. La SE 2050 costa troppo e non è una soluzione adeguata. Con quest’argomento il comitato del “No” ha aperto la campagna del voto. La nuova legge arrecherà costi supplementari di 3.200 franchi a una famiglia di quattro persone (sono 40 franchi secondo il Governo), una cifra che non sono costi diretti bensì finanzieranno le probabili misure future. Ad esempio rimpiazzare tutti i riscaldamenti a olio esistenti (il 50% delle economie domestiche) e imporre misure drastiche a livello di immobili e imprese. Anche il meccanismo di sovvenzioni per l’energia solare e a vento è “la via sbagliata e provocherebbe un innalzamento dei prezzi dell’elettricità per imprese e cittadini privati”. La promozione di energie rinnovabili metterebbe in pericolo l’approvvigionamento di corrente. Inoltre le tecnologie delle fonti rinnovabili sono inefficienti e non produrrebbero quantità sufficienti di energia e metterebbero le attuali a rischio, costringendo la Svizzera all’importazione. I contrari non hanno però un’alternativa alla Strategia energetica 2050 e per la campagna di voto investiranno 2 milioni franchi convinti di riuscire a bocciare le modalità proposte da governo e parlamento.
Gaetano Scopelliti