Internet rappresenta una “grande opportunità” per la Chiesa e la sua missione evangelizzatrice, anche per promuovere, attraverso la vastissima galassia dei siti cattolici come sui social network, “una cultura di rispetto per la dignità e il valore della persona umana”.
Lo ha affermato Benedetto XVI nel messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, sottolineando che “tuttavia, la diffusa multimedialità e la variegata ‘tastiera di funzioni’ della medesima comunicazione possono comportare il rischio di un’utilizzazione dettata principalmente dalla mera esigenza di rendersi presente, e di considerare erroneamente il web solo come uno spazio da occupare”.
“Ai sacerdoti – ha ricordato il Papa – è richiesta la capacità di essere presenti nel mondo digitale nella costante fedeltà al messaggio evangelico, per esercitare il proprio ruolo di animatori di comunità che si esprimono ormai, sempre più spesso, attraverso le tante ‘voci’ scaturite dal mondo digitale, e annunciare il Vangelo avvalendosi, accanto agli strumenti tradizionali, dell’apporto di quella nuova generazione di audiovisivi (foto, video, animazioni, blog, siti web), che rappresentano inedite occasioni di dialogo e utili mezzi anche per l’evangelizzazione e la catechesi”.
Secondo Papa Ratzinger, attraverso i moderni mezzi di comunicazione, il web “potrà far conoscere la vita della Chiesa e aiutare gli uomini di oggi a scoprire il volto di Cristo, coniugando l’uso opportuno e competente degli strumenti informatci, acquisito anche nel periodo di formazione, con una solida preparazione teologica e una spiccata spiritualità sacerdotale, alimentata dal continuo colloquio con il Signore”.
Ma con una precisazione: “Più che la mano dell’operatore dei media, però, il presbitero nell’impatto con il mondo digitale – ha detto – deve far trasparire il suo cuore di consacrato, per dare un’anima non solo al proprio impegno pastorale, ma anche all’ininterrotto flusso comunicativo della rete”.
Per il Papa, inoltre, una pastorale nel mondo digitale è chiamata a tener conto anche di quanti non credono, sono sfiduciati e hanno nel cuore desideri di assoluto e di verità non caduche, dal momento che i nuovi mezzi consentono di entrare in contatto con credenti di ogni religione, con non credenti e persone di ogni cultura.
Secondo Benedetto XVI, è possibile ipotizzare che il web possa fare spazio, come il “cortile dei gentili” del Tempio di Gerusalemme, da lui evocato nel discorso del 22 dicembre alla Curia Romana, “anche a coloro per i quali Dio è ancora uno sconosciuto”.
Lo sviluppo delle nuove tecnologie e, nella sua dimensione complessiva, tutto il mondo digitale rappresentano, secondo il Pontefice, una grande risorsa per l’umanità nel suo insieme e per l’uomo nella singolarità del suo essere e uno stimolo per il confronto e il dialogo.
L’auspicio del Papa è che anche nel mondo digitale emerga che “l’attenzione amorevole di Dio in Cristo per noi non è una cosa del passato e neppure una teoria erudita, ma una realtà del tutto concreta e attuale.
La pastorale nel mondo digitale, infatti, deve poter mostrare agli uomini del nostro tempo, e all’umanità smarrita di oggi, che Dio è vicino e che in Cristo tutti ci apparteniamo a vicenda”.
Il compito di chi, da consacrato, opera nei media, secondo Papa Ratzinger, è quello di spianare la strada a nuovi incontri, assicurando sempre la qualità del contatto umano e l’attenzione alle persone e ai loro veri bisogni spirituali, offrendo “i segni necessari per riconoscere il Signore, donando l’opportunità di educarsi all’attesa e alla speranza e di accostarsi alla parola di Dio, che salva e favorisce lo sviluppo umano integrale”.
Per Benedetto XVI, il Papa teologo, l’annuncio del Vangelo “potrà così prendere il largo tra gli innumerevoli crocevia creati dal fitto intreccio delle autostrade che solcano il cyberspazio e affermare il diritto di cittadinanza di Dio in ogni epoca, affinché, attraverso le nuove forme di comunicazione, Egli possa avanzare lungo le vie delle città”.
E nella conferenza stampa di presentazione, tenuta dal presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, monsignor Claudio Celli, è emerso che verso la Cina si sta sviluppando una vera e propria strategia digitale vaticana, con la cliccatissima sezione in cinese del sito www.vatican.va, che ha due versioni: quella in lingua tradizionale e quella moderna, mentre “si stanno diffondendo, nonostante tutto, molti siti cattolici”.