Almeno 22 morti. “Bimbi tra le vittime”
Il Regno Unito precipita ancora nel terrore. Almeno 22 persone sono morte e circa 60 sono rimaste ferite nell’esplosione avvenuta lunedì sera a Manchester alla fine di un concerto di Ariana Grande.
L’attacco è avvenuto poco dopo le 22.30 alla Manchester Arena, dove la cantante si era appena esibita davanti a una folla composta per lo più da adolescenti. Il capo della polizia di Manchester, Ian Hopkins, ha confermato che si è trattato di una singola esplosione provocata da un attentatore kamikaze che aveva un “ordigno rudimentale che ha fatto detonare provocando questa atrocità”.
Secondo la polizia, che sta investigando, si tratterebbe di un atto di terrorismo. Tra le vittime, ha spiegato il capo della polizia, ci sono bambini.
Al momento gli inquirenti ritengono che l’uomo abbia agito da solo nell’attacco, ma si sta indagando per verificare se avesse alle spalle una rete di complici.
La deflagrazione è avvenuta nel foyer, poco lontano dalla biglietteria, mentre gli spettatori stavano iniziando a lasciare l’area, tra le più grandi in Europa, che ha una capienza di circa 20mila persone. E quella sera, per Ariana Grande, era affollata di giovanissimi. In pochi minuti si è diffuso il panico, con centinaia di persone che urlavano, cercando una via di fuga, come mostrano i video pubblicati sui social. La folla si è subito riversata in strada, mentre arrivavano i primi soccorsi. Tante le testimonianze dei presenti, per lo più confuse.
“Ariana aveva appena finito di cantare e stava lasciando il palco – ha raccontato un testimone alla Cnn – Mi sono guardato intorno perché ho sentito un boato, e poi tanta gente che urlava e piangeva e si riversava verso l’uscita, per allontanarsi dall’arena”.
“È stato un atto barbarico, che ha preso di mira in modo deliberato le persone più vulnerabili della nostra società, ragazzi e bambini ad un concerto pop” ha dichiarato il ministro dell’Interno britannico, Amber Rudd, invitando la cittadinanza a “rimanere allerta, ma non allarmata” ed esortando chiunque “abbia qualcosa da riportare a rivolgersi alla polizia”.
“La grande città di Manchester è stata colpita in passato dal terrorismo e il suo spirito non si è piegato – ha concluso Rudd – questa volta sono state attaccate le persone più vulnerabili della nostra società, l’intenzione era di seminare la paura, dividere ma non succederà”.
Askanews