“Fare tutto il possibile per tutelare e far crescere l’occupazione, assicurando un lavoro dignitoso e adeguato al sostentamento delle famiglie”: queste le parole usate da Papa Benedetto XVI per unirsi all’appello lanciato dalla Conferenza Episcopale Italiana.
Il pontefice ha fatto esplicito riferimento all’Italia, citando quelle “realtà difficili” presenti nel paese, come la Fiat di Termini Imerese e l’Alcoa di Portovesme. Al termine della preghiera dell’Angelus, Ratzinger ha inoltre richiamato il senso di responsabilità di imprenditori, lavoratori e governanti per far fronte ad una crisi economica “che sta causando la perdita di numerosi posti di lavoro”.
“Tocca alle imprese esprimere quanto più quella responsabilità sociale che deve indurre a non compiere frettolose scelte di ridimensionamento occupazionale dopo aver avuto lunghi anni di utili e, magari, aiuti pubblici” ha detto il ministro del lavoro Maurizio Sacconi in una nota, commentando l’appello del Papa. Allarga la prospettiva il senatore del Pd Giuseppe Lumia: “La politica e la società tutta raccolgano l’appello del Papa al fine di evitare il dramma sociale che sta colpendo i lavoratori e le loro famiglie”. Lumia parla di una “situazione occupazionale grave”, tale da rendere necessario che “ognuno faccia la sua parte”.
Il senatore esorta così il governo ad “adottare provvedimenti per aiutare le imprese a superare la crisi”, mentre le aziende dovrebbero affrontare le difficoltà in cui si trovano “con senso di responsabilità nei confronti dei lavoratori”.
Anche Giuseppe Fioroni, presidente del Forum welfare del Partito democratico, esorta il governo ad ascoltare gli operai e il Papa. “Il governo fa ancora finta che la crisi non sia poi così dura, che quello del lavoro sia un problema minore. Basterebbe aver visto piazza San Pietro riempita dagli elmetti gialli degli operai dell’Alcoa e di Termini, basterebbe aver ascoltato l’accorato appello del Papa per la difesa del lavoro per rendersi conto di come stanno le cose”, così Fioroni commenta l’azione del governo in merito al problema dell’occupazione, lamentando, peraltro, come gli “affari del premier” siano anteposti a quelli di tutti gli italiani.
Diversi i toni delle dichiarazioni rilasciate dal sindaco di Roma Gianni Alemanno in occasione di un incontro della campagna elettorale per Renata Polverini, candidata del centrodestra alla presidenza della Regione Lazio. Alemanno ha infatti usato parole incoraggianti, sostenendo la possibilità di “produrre centomila posti di lavoro in due anni” qualora si sviluppino “tutti i progetti elaborati dal comune di Roma in questi mesi”, e si aggiungano “quelli di associazioni imprenditoriali della Regione Lazio”.
Il sindaco ha inoltre annunciato di voler chiedere “la convocazione di un tavolo in prefettura, in modo da mettere tutti i soggetti in condizione di sviluppare queste progettualità, superando tutti i vincoli e tutti i blocchi burocratici”.
Anche le associazioni sindacali si alzano in difesa dei lavoratori. Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, afferma la necessità di un “maggiore senso di responsabilità da parte di tutti, governo, opposizione, imprenditori, sindacati, banche, per uscire da questa crisi e rilanciare l’occupazione”.
Bonanni aggiunge che “c’è troppa ordinarietà nell’affrontare questa crisi, mentre ci vorrebbe un impegno davvero straordinario attraverso specifici provvedimenti e misure innovative per risollevare l’economia italiana”. Dello stesso avviso Luigi Angeletti, segretario generale della Uil, secondo cui “l’appello del Santo Padre non può cadere nel vuoto”, perché “se si vuole salvare il Paese, bisogna salvaguardare l’occupazione”. Infine, il segretario nazionale dell’Ugl, Giovanni Centrella, parla a favore dei lavoratori di Termini Imerese, lanciando un monito alla Fiat circa l’urgenza di tradurre l’appello del pontefice in azioni concrete.
“Non si può decidere uno stop produttivo, senza alternative, dall’oggi al domani”.