L’ultimo rapporto delle Nazioni Unite sulla “green tech” dimostra come si potrebbero ridurre le emissioni di gas serra
Un gruppo di esperti internazionali sulla gestione delle risorse naturali ha pubblicato per l’Unep, il programma ambientale dell’ONU, un report dal titolo ‘Green Technology Choices: The Environmental and Resource Implications of Low Carbon Technologies’.
Lo studio, presentato al Vienne Energy Forum, analizza diverse tecnologie verdi nel campo dell’efficienza energetica, valutandone l’impatto sull’ambiente e sulle risorse naturali. Dalle risultanti delle analisi degli esperti, per mantenere l’aumento del riscaldamento globale sotto i due gradi centigradi, bisogna rivedere il modo in cui l’energia viene fornita e utilizzata. Si va quindi dall’impegno sul fronte delle fonti rinnovabili a quello successivo, ma non meno importante dell’efficienza energetica: le proposte analizzate vanno dall’illuminazione a risparmio energetico alla cogenerazione, passando per i sistemi di trasporto e le tecnologie di informazione e comunicazione.
Secondo il lavoro degli esperti, le tecnologie di produzione di energia a basso tenore di carbonio e l’efficienza energetica, oltre ad apportare benefici sull’inquinamento, aiuterebbero a combattere anche il ‘global warming’, riducendo di circa 25 miliardi di tonnellate l’anno le emissioni di gas serra e rendendo più realistico il mantenimento dell’anomalia media globale delle temperature al di sotto di 2°C entro il 2050, come definito negli accordi della Conferenza sul Clima di Parigi.
Inoltre, le tecnologie utili a limitare il riscaldamento globale, potrebbero risparmiarci anche 17 miliardi di tonnellate di polveri sottili all’anno e 3 miliardi di tonnellate di emissioni tossiche per l’uomo.
La loro costante applicazione consentirebbe ancora di alleviare la pressione su terra e acqua facendo risparmiare più di 200 miliardi di metri cubi di acqua all’anno e quasi 150.000 chilometri quadrati di suolo. Secondo un altro interessante dato, nel 2050 il dominio del mercato da parte delle luci a led, insieme ai miglioramenti di efficienza attesi e alla generazione di elettricità decarbonizzata, consentirebbe alla domanda globale di illuminazione a crescere fino a 3 volte, pur riducendo la quantità totale di energia consumata.
“Siamo sulla strada giusta. Sappiamo che ripulire l’aria che respiriamo dà origine a enormi benefici per la salute umana e l’ambiente, e sappiamo anche che le tecnologie verdi per l’efficienza energetica possono aiutarci a ridurre i cambiamenti climatici dannosi”, ha commentato Erik Solheim, direttore dell’UNEP. “Ma è anche chiara la necessità di una maggiore azione sulla realizzazione di un’economia circolare che tagli i rifiuti, e sulle innovazioni di produzione capaci di creare nuovi posti di lavoro verdi.” Bisogna inevitabilmente sottolineare anche che, se da un lato ci sono chiari benefici ambientali derivanti dall’uso delle soluzioni analizzate, in particolare nelle riduzioni delle emissioni di gas a effetto serra, dell’inquinamento atmosferico e del consumo idrico, dall’altro ci sono aspetti che ancora non sono stati presi pienamente in considerazione, come ad esempio la crescita della domanda di metalli legati a queste tecnologie.
Potrebbe infatti aumentare, si evidenzia nel report, la pressione sulle risorse metalliche: le tecnologie energetiche a basso impatto richiederanno oltre 600 milioni di tonnellate di metalli per rispondere a necessità addizionali di infrastrutture e cablaggi.
In ogni caso il report ha riscosso notevole interesse poiché chiarisce quali sono gli impatti creati dall’adozione di queste tecnologie: solo con tale consapevolezza i governi potranno mettere in atto politiche per massimizzare i benefici ambientali.