I cittadini svizzeri si sentono sicuri in Svizzera e hanno fiducia nelle autorità. Regna invece il pessimismo nei confronti della politica internazionale, ma la lotta al terrorismo va rafforzata
La popolazione svizzera guarda con ottimismo al futuro del Paese e ritiene la neutralità, un principio indissolubile all’idea svizzera di Stato. In Svizzera è aumentato il senso di sicurezza e le autorità (polizia ed esercito) e le istituzioni godono di grande stima. Al contrario gli svizzeri guardano con crescente scetticismo alla situazione politica nel mondo, soprattutto verso l’Unione europea (Ue). Oggi solo il 31% desidera una collaborazione politica con l’Ue (un minimo storico), mentre l’81% auspica una maggiore e più stretta cooperazione a livello economico con Bruxelles. Questi dati emergono dallo studio “Sicurezza 2017” dell’Accademia militare e del Center for Security Studies del Politecnico federale di Zurigo, che dal 1999 rivela annualmente le tendenze nella formazione di opinione sulla sicurezza, la politica di difesa e gli affari esteri della popolazione svizzera. Per il rilevamento rappresentativo, nel gennaio 2017 sono stati interpellati telefonicamente 1209 cittadini e cittadine aventi diritto al voto, considerando tutte le regioni svizzere.
La Svizzera fino ad oggi è stata risparmiata da attentati terroristici o da tensioni politiche. Di fatto rispetto al 2016 il senso di sicurezza generale è significativamente aumentato, con nove su dieci cittadini che si sentono “molto sicuri”, il valore (93%) più alto di sempre. È diminuita ancora la paura di restare vittima di un crimine “durante la notte” con l’89% che dichiara si sentirsi sicuro “nella zona residenziale”. Negli spazi pubblici il senso di sicurezza è invece leggermente diminuito (79%, -2%), valore che si spiega facilmente con le conseguenze del terrorismo nelle città dell’Europa occidentale. Lo studio del Politecnico considera importante la politica di difesa del Paese e gli svizzeri (82%, -2%) considerano l’esercito necessario, un’istituzione che riveste un ruolo importante nella vita dei cittadini per il 46% degli intervistati. La quota delle spese attuali per la difesa è per il 49% adeguata e un terzo degli interrogati (36%) vuole abolire il servizio obbligatorio o ridurre il budget destinato a questo settore. Aumenta notevolmente anche l’ottimismo nel futuro (82%, +7%) e il mantenimento della neutralità resta ad alto livello (95%), principio indissolubile e parte integrante dell’identità dello Stato svizzero.
Se gli svizzeri ritengono il loro Paese un mondo “integro”, tendono però a isolarsi verso l’esterno. Una diffidenza che secondo gli autori dello studio è da ricondurre a fattori quali le tensioni fra Ue e Russia, la Brexit, il dibattito sui rifugiati e gli attentati terroristici. La valutazione della situazione politica mondiale futura è pessimistica. Quest’opinione negativa nei confronti della realtà internazionale è con il 73% al livello più alto, quota che descrive “buio” il progresso del mondo. Uno scetticismo verso l’estero che chiude ad aperture in questioni di politica estera. La ridotta disponibilità è evidente nel 15% di favorevoli a un’adesione della Svizzera all’Ue e nel 34% a un legame istituzionale con la Nato. È appoggiato invece la collaborazione economica con l’Europa, cosi come l’impegno umanitario all’estero che trova ampi consensi, anche in coinvolgimento più intenso con le Nazioni unite (ONU). Il tema del terrorismo è presente nei pensieri degli svizzeri e l’89% degli intervistati appoggia l’intensificazione alla lotta al terrorismo. Basandosi sull’aumento della minaccia del terrorismo, per la prima volta il team di ricercatori del Politecnico ha consultato gli svizzeri sulle loro abitudini di viaggio. Il 29% degli interpellati ha dichiarato di avere modificato le proprie abitudini di viaggio, di questi i tre quarti evitano come destinazione di viaggio stati, nei quali si sono verificati di recente attentati terroristici. Un terzo ha paura di visitare grandi città, il 12% passa le vacanze solo in Svizzera e il 7% rinuncia per precauzione ai viaggi in treno.
Gaetano Scopelliti