Approvato alla Camera il legittimo impedimento, che garantisce per 18 mesi al premier e ai ministri il blocco di eventuali atti giudiziari, provvedimento, questo, che prelude, dopo l’approvazione definitiva al Senato, ad una legge costituzionale tipo quella esistente fino al 1993; operata una rapida svolta al Congresso dell’Idv con la presa di coscienza che con la sola piazza non si va avanti; il vero atto politico della settimana scorsa è l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri della riforma delle scuole secondarie superiori.
Pier Luigi Bersani parla non di riforma, ma di riordino, criticando comunque il provvedimento; il ministro Gelmini usa l’espressione solenne di “riforma epocale”. Un fatto è certo: salvo piccoli ritocchi, non sempre migliorativi, la scuola superiore italiana risale all’epoca fascista di Gentile (1923) prima e di Bottai (1939) dopo. La seconda metà del Novecento ha visto tanti tentativi di riforma da parte di vari ministri, tutti però abortiti.
Negli ultimi quindici anni ci hanno provato i ministri Berlinguer e Moratti, ma le loro riforme sono state neutralizzate dai governi successivi. Ora è il turno di Gelmini, che ha tutta l’aria di arrivare in porto, anche perché da una parte sta per cambiare il clima politico, dall’altra si tratta di una riforma necessaria e adeguata ai tempi moderni.
Il perno della riforma riguarda i Licei, gli Istituti Tecnici e gli Istituti professionali. I Licei saranno ridotti a 6: Classico, Scientifico, Linguistico, Artistico (quest’ultimo con sei nuovi indirizzi: arti figurative, architettura e ambiente, audiovisivo e multimedia, design, grafica, scenografia), Musicale e Coreutico e infine il Liceo delle Scienze Umane. Diciamo subito che al Liceo Classico lo studio della lingua straniera sarà esteso obbligatoriamente a tutti e cinque gli anni, saranno rafforzate le materie scientifiche e scomparirà la geografia per essere accorpata alla storia. Al Liceo Scientifico saranno rafforzate le discipline matematiche e scientifiche ai danni del latino, la geografia sarà accorpata alla storia e la lingua straniera sarà obbligatoria per tutti e cinque gli anni. Al Liceo linguistico saranno tre le lingue straniere fin dal primo anno, ma dal terzo anno una materia normale, come matematica e scienze, sarà insegnate in una lingua straniera e nel quinto anno se ne aggiungerà un’altra.
Questa novità – l’insegnamento di una materia in una lingua straniera – potrà riguardare tutti i tipi di Licei. Toccherà alle scuole formare i docenti che insegnano materie non linguistiche affinché coloro che lo vogliano possano fare lezione in inglese o francese. I sei indirizzi del Liceo Artistico, oltre che per offrire una scelta professionale adeguata alla società moderna, si spiegano tenendo conto della confluenza che proverrà dagli studenti degli attuali istituti d’arte.
Il Liceo della Scienze Umane sostituirà il vecchio Istituto Magistrale, mentre il Liceo Musicale e Coreutico (musica e danza) entrerà stabilmente nella scelta degli studenti italiani. Attualmente i Licei musicali in Italia sono nove, ma sono tutti considerati sperimentali. Dal prossimo anno saranno 40, affiancati da 10 Coreutici.
Gli Istituti Tecnici passeranno da dieci a due settori: quello economico con due indirizzi: amministrativo, finanza e marketing e turismo; e quello tecnologico con nove indirizzi: meccanica, meccatronica ed energia; trasporti e logistica; elettronica ed elettrotecnica; informatica e telecomunicazioni; grafica e comunicazione; chimica, materiali e biotecnologie; sistema moda; agraria e agroindustria; costruzioni, ambiente e territorio. Si tenga presente che prima i settori erano 10 e gli indirizzi 39. Questi Istituti dovranno dotarsi di un laboratorio non solo per le materie tecniche ma anche per quelle di cultura generale. Ci sarà l’aumento delle ore di inglese e la possibilità di una seconda lingua straniera, con il ritorno di materie scientifiche come fisica, chimica e biologia.
La novità – anche se era prevista anche nelle riforme precedenti mai attuate – è che ci sarà un rapporto più stretto con il mondo del lavoro, con il potenziamento di stage, tirocini e dell’alternanza scuola-lavoro che consente di passare in azienda una parte dell’anno scolastico.
Gli Istituti Professionali che avevano 5 settori con 27 indirizzi diventeranno 2 settori con 6 indirizzi. Il settore dei servizi avrà 4 indirizzi (agricoltura e sviluppo rurale; socio-sanitario; enogastronomia e ospitalità alberghiera; commerciale).
Il settore dell’industria e artigianato avrà due indirizzi: produzioni artigianali e industriali e servizi per la manutenzione e l’assistenza tecnica. Come dice la parola stessa questi Istituti avranno il compito di formare professionalmente i giovani aiutandoli a trovare un lavoro. I singoli Istituti avranno un margine di manovra per adattare i loro percorsi formativi alle esigenze del territorio utilizzando fino al 40% delle ore d’insegnamento a materie alternative che figureranno in un elenco nazionale che sarà definito nelle prossime settimane dal ministero.
Queste, in estrema sintesi, le proposte del governo. Toccherà alla discussione parlamentare approfondire meglio e in maniera definitiva questa proposta che a prima vista offre una visione organica e moderna della scuola secondaria superiore.