Turismo ‘car-free’: sembra impossibile eppure si può
Scegliere una vacanza senza auto non è così difficile come potrebbe sembrare, anzi. Sono sempre più numerose le località che hanno studiato e realizzato percorsi turistici organizzando itinerari interamente fruibili anche da chi ha preferito lasciare l’auto a casa.
A guadagnarne in primo luogo l’ambiente, considerando che la mobilità è la principale causa di inquinamento: i principali responsabili dell’impatto del turismo sull’ambiente sono infatti i trasporti, in particolare l’aereo e l’auto, che determinano il 75% delle emissioni richiesto dalle vacanze. Ma per quanto importante, il rispetto dell’ambiente non è il solo vantaggio delle vacanze ‘car-free’: a guadagnarne è anche la qualità delle vacanze stesse considerando che file sotto il sole, ingorghi e disperate ricerche di parcheggio saranno solo lontani ricordi.
La prima alternativa, ove possibile, sarà dunque lo spostamento in treno per raggiungere la meta scelta: si inquina meno rispetto ad altri mezzi di trasporto ed inoltre si inizia a godere prima delle bellezze della natura che ci circonda, vantaggio del tutto inesistente nei viaggi in aereo e molto ridotto nei viaggi in auto per la concentrazione richiesta dalla guida.
Una volta arrivati a destinazione basterà munirsi di biciclette e informarsi sulle tratte dei mezzi pubblici per poter studiare degli itinerari fruibili senza bisogno di auto. La scelta delle località che offrono la possibilità di un turismo ecologico si va via sempre più ampliando, il che rende più semplice rispetto a qualche anno fa organizzare viaggi car free: in cima alla lista sicuramente la piccola e affascinante Chamois, in Valle d’Aosta, 1836 metri sul livello del mare e unico comune d’Italia non raggiungibile in automobile. Il solo modo per raggiungere via terra questa incantevole località, non a caso definita la ‘Perla delle Alpi’, è percorrere a piedi la vecchia mulattiera (che con le sue 93 strette curve congiunge tutt’ora la località al fondovalle) o il sentiero chiamato “percorso energia” (dal paese di La Magdeleine), passeggiata adatta a tutti percorribile a piedi o in bicicletta grazie anche al servizio di “bike sharing” attivo nei mesi estivi. Se non si ha voglia di camminare, l’alternativa è arrampicarsi fin su utilizzando il servizio di trasporto pubblico funiviario Buisson-Chamois.
A Chamois si arriva per vivere il vero piacere della montagna più incontaminata: niente strade asfaltate, niente auto, niente traffico. Una volta arrivati ci si muove a piedi, in mountain bike o, se ci si va d’inverno, con gli sci. Adagiata sui pendii assolati al cospetto del Cervino, la piccola località valdostana è contornata da boschi e pascoli, ad oltre 1800 metri di altitudine, al riparo dei venti e con un clima temperato, ideale per chi ama andare alla scoperta dei ritmi, dei colori, dei sapori e degli odori della natura. La ‘Perla delle Alpi’ fa parte di una costellazione di località di tutto l’arco alpino che associa luoghi montani fra i più belli d’Europa, uniti dalla comune volontà di promuovere la tutela del territorio e gli spostamenti liberi dal vincolo dell’automobile.
Il paese ha mantenuto intatte tutte le caratteristiche di piccolo borgo alpino, con le abitazioni in legno e pietra e le strette stradine che lo attraversano e regala ai turisti la possibilità di trascorrere vacanze lontani dai luoghi comuni, nella quiete più assoluta. Un tracciato molto panoramico che permette di avere una visione dall’alto dell’abitato di Chamois e di tutta la natura che lo circonda è quello lungo il Ru des Novalles, composto da piccoli capolavori di ingegneria idraulica che furono costruiti intorno al XIII e XV secolo. Si tratta di canali irrigui che servivano a portare l’acqua dai torrenti fino alle zone agricoli della valle centrale.
Ora questi canali avvolti nel verde sono ripercorribili a piedi, come il ru de Ruet o il Ru Courtaud, una delle più complesse e antiche opere irrigue della regione, lungo 22 chilometri e costruito nel 1393 per sconfiggere la siccità che colpiva la zona di Saint-Vincent, prendendo l’acqua direttamente dai ghiacciai del Monte Rosa.