Le organizzazioni in generale nascono per venire incontro alle diverse necessità della comunità e adempiere la risoluzione delle problematiche connesse. Poi man mano che crescono, diventano un apparato burocratico sempre più pesante e inerte, impegnato solo ad auto amministrarsi e utile solo a soddisfare le proprie esigenze. Prima sono al servizio dell’uomo poi si gonfiano come fossero bolle di sapone e finiscono alla fine a inglobare l’uomo tanto da diventarne schiavo. Questa è in sostanza l’analisi del sociologo tedesco George Simmel sulla società moderna.
L’analisi di Simmel si dimostra facilmente sull’esempio dei patronati all’estero. In speciale modo attraverso un fatto specifico.
Era marzo 2012 quando un gruppo di cittadini pensionati si recano all’ufficio dell’ INCA/ CGIL di Zurigo per chiedere una soluzione alla truffa perpetrata dal direttore di quella sede che li aveva derubati della pensione tre anni prima.
Al funzionario che li riceve, mostrano i mandati di patrocinio. C’è scritto che titolare degli archivi per la documentazione relativa ai loro fascicoli è la CGIL a Roma. Lo stesso funzionario in passato era stato membro della Segreteria Nazionale del DS, oggi PD, responsabile della Commissione Lavoro e Previdenza. Era stato anche presidente del PCI in Svizzera o almeno del circolo di Zurigo. Partito che sulla carta dovrebbe difendere il proletariato.
Fanno appello alla legge che costituisce i Patronati che assicura loro assistenza, tutela, informazione e consulenza. Ricordano che la legge prevede l’esonero dalle spese relative agli assistiti che promuovono eventuali cause o ricorsi per errori imputabili al patronato. In quella occasione chiedono perciò con i chiarimenti anche il risarcimento delle spese legali che hanno dovuto affrontare finora.
L’operatore risponde che non ha competenza sul tema e che devono rivolgersi ai vertici INCA.
Dopo avere già dovuto attendere tre anni vivendo o meglio sopravvivendo senza la loro pensione insistono su ricevere chiarimenti e sulla proposta per risolvere la tragica situazione. Si recano in sala d’attesa. Decisi a rimanerci anche tutta la notte.
Al che l’operatore si sente obbligato a telefonare ai responsabile del Patronato, chiedendo istruzioni.
La risposta dei vertici del patronato INCA/ CGIL ?
L’invio dei poliziotti antisommossa !
Poliziotti armati fin ai denti assediano l’ufficio dell’ INCA/ CGIL. Ogni resistenza è inutile. Al vedere gli anziani seduti con il bicchiere di caffè ancora caldo alzano la visiera antiproiettile e chiedono all’operatore dove fossero i pericolosi terroristi.
Finale della storia il patronato INCA/ CGIL appartenente al più grande sindacato Italiano, invece di risolvere la tragica situazione dei pensionati chiama la squadra antisommossa ed emette una diffida perché gli anziani non si avvicinano più alle loro sedi.
Questi si appelleranno in seguito inutilmente al Comites e al Console di Zurigo. Cosa c’era da aspettarsi se tra le file del Comites ci sono gli stessi dipendenti dell’INCA ?
Riprendendo il discorso delle bolle di Simmel: i Patronati sono nati nel lontano 1947 per tutelare i diritti individuali di qualsiasi cittadino in Italia e all’estero. L’attività di assistenza e consulenza è mirata al conseguimento di prestazioni previdenziali, sanitarie e di carattere socio-assistenziale.
Questi sono ora diventati quelle bolle di cui ci avvertiva Simmel. Cresciuti ormai inglobando ogni spazio degli italiani all’ estero. Attualmente sono una trentina i Patronati riconosciuti dalla legge. Ognuno ha proprie sedi sparse ovunque nel Mondo. Nelle città si contendono i cittadini italiani che vi risiedono. Ricevono ogni anno milioni di Euro. Per ogni nuovo ufficio aperto ricevono sussidi. Per ogni fascicolo inoltrato ricevono sussidi. Parecchie sono le irregolarità come dimostrato ampiamente nella relazione finale del 23/03/2016 dal Comitato per le questioni degli italiani all’estero del Senato.
Ma perché il Comitato non ha inoltrato denuncia ?
Perchè i dipendenti di patronato anche se ineleggibili primeggiano nei Comites e nel CGIE. La Commissione per gli Italiani all’estero della Camera è composta da nove Parlamentari della Circoscrizione Estero. Ben quattro sono dirigenti di Patronato, due dell’ INCA/ CGIL (Farina e Fedi) e due dell’ ITAL/UIL, affiliato all’ INCA/CGIL (Porta e Garavini). Tre sono del PD e hanno preso la posizione dei Patronati (Bueno, La Marcha e Tacconi). Sono cosi 7 Parlamentari su 9. Summa summarum sono i vertici dei Patronati che decidono il buono e il male tempo per gli italiani all’estero.
Magari i Parlamentari del M5S, membri della suddetta Commissione, tra i quali Alessandro Di Battista, inizieranno ad interessarsi. Servono aghi affilati per queste bolle bolle bollicine…
Marco Tommasini